Lo sport spesso viene relegato in una dimensione poco importante della vita ma in realtà dietro la sfera sportiva si celano delle storie straordinarie ricche di significato. Una di queste è quella che riguarda il rugby ed i Mondiali del 1995 che si sono svolti in Sudafrica

La Coppa del Mondo è la terza organizzata dall'International Rugby Board, l'organismo di rugby a livello mondiale. Il Sudafrica partecipa per la prima volta alla competizione dopo la fine dell'apartheid, la politica di segregazione razziale che dura nel paese sudafricano dal 1948 al 1994. Il 1995 è l'anno succesivo della fine del regime dell'apartheid ed il Sudafrica oltre a partecipare alla Coppa del Mondo ne è anche organizzatrice. Le gare disputate nel complesso sono 32. Al termine della competizione vince in maniera sorprendente la squadra di casa che batte in finale la Nuova Zelanda il 24 Giugno a Johannesburg con il punteggio di 15-12. Al terzo posto arriva la Francia che nella finalina il 22 Giugno batte l'Inghilterra a Pretoria con il risultato di 19-9. Il pubblico complessivo delle partite supera il milione di presenze. 

La storia di questa Coppa del Mondo ha un significato molto importante e travalica i confini dello sport. Alla storia è dedicato un film meraviglioso del 2009  diretto dal celebre regista  Clint Eastwood dal titolo "Invictus-L'invincibile".  Il leggendario personaggio Nelson Mandela, dopo 27 anni di prigionia, è uscito dal carcere ed è diventato il nuovo Presidente del Sudafrica. Il suo grande obiettivo è quello di unire la nazione, bianchi e neri, senza più le notevoli distinzioni che si sono avute con il regime dell'apartheid. Mandela si interessa molto alla competizione mondiale che si tiene in Sudafrica ed entra in contatto con il capitano dela squadra Francois Pienaar. La squadra inizialmente è avversata dalle persone di colore perchè è identificata con lo sport dei bianchi. Mandela intuisce l'importanza della competizione e pensa che una vittoria nel Mondiale possa unire la nazione divisa per ben 46 anni da un regime assurdo. Attraverso gli incontri tra Mandela e Pienaar la squadra che viene da molte sconfitte e non è favorita per la vittoria finale, rafforza in maniera notevole l'autostima e capisce il grande valore che ha vincere quella competizione.

Piano piano lo scetticismo e la diffidenza di una parte della  nazione si trasforma in grande entusiasmo e gli "Springboks" riescono a vincere la competizione in maniera trionfale. La vittoria si trasforma in un simbolo dell'integrazione e dell'unificazione del popolo sudafricano. 

La poesia "Invictus", da cui prende spunto il titolo del film dedicato al trionfo del Sudafrica prende spunto da una emozionante poesia dal poeta inglese William Ernest Henley che Mandela leggeva durante i suoi lunghi 27 anni di prigionia per alleviare le notevoli sofferenze: 

"Dal profondo della notte che mi avvolge, Nera come un pozzo da un polo all'altro. Ringrazio qualunque dio ci sia per la mia anima invincibile. Nella stretta morsa delle circostanze, non mi sono tirato indietro né ho gridato. Sotto i colpi avversi della sorte Il mio capo sanguina ma non si china. Oltre questo luogo di rabbia e lacrime Incombe solo l'orrore della fine. Eppure la minaccia degli anni Mi trova, e mi troverà, senza paura. Non importa quanto sia stretta la porta, Quanto impietosa la vita, Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima".