Libri Timbuctù salvati dai jihadisti

Timbuctù: Online antichi trattati strappati alla furia di Al Qaeda

Il mondo della cultura ottiene un’importante vittoria ai danni del terrorismo. La furia distruttiva di Al Qaeda, infatti, ha messo seriamente a rischio la conservazione di preziosi manoscritti del passato appartenenti al Mali, Paese dell’Africa occidentale che ha dovuto subire gli attacchi e l’occupazione da parte dei jihadisti. In queste ultime ore è arrivata una bella notizia: gli antichi testi di teologia, filosofia e matematica che sono sopravvissuti agli assalti dei terroristi prossimamente arriveranno sul web e saranno consultabili dal pubblico della rete. L’annuncio è stato diffuso dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo, la quale ha spiegato che l’iniziativa si basa su un accordo stretto tra Google e l’organizzazione non governativa di Timbuctù, Savama. Tuttavia, è merito di due uomini in particolare se oggi è possibile poter avere ancora tra noi questi preziosi volumi: stiamo parlando del coraggioso bibliotecario Abdel Kader Haidara, e del direttore della biblioteca della città maliana, Hawa Touré.

Nel 2012, infatti, Timbuctù finì nel mirino dei terroristi di Al Qaeda che imperversavano nel Maghreb islamico (Aqmi) e che riuscirono ad occupare la cosiddetta “città dei 333 santi” che, soprattutto tra il XIII e il XIV secolo è stata la culla della cultura islamica, ma anche della filosofia e delle scienze, grazie al proliferare degli studi e delle università locali. Quasi 6 anni or sono, i jihadisti-salafiti misero a ferro e fuoco la realtà cittadina maliana, assaltando senza pietà anche le testimonianze del suo antico splendore: ad esempio fu distrutto a colpi di piccone il celebre mausoleo dell’intellettuale Sidi Mahmoud, e successivamente furono rase al suolo e profanate le tombe dei suoi 167 discepoli. Si trattò di un atto di violenza altamente simbolico per gli estremisti, poiché secondo gli Aqmi soltanto Dio può e deve essere venerato, mentre le tombe dei “comuni mortali” devono avere un’altezza che non superi i 5 centimetri.

In seguito a questa terribile vicenda, proprio il bibliotecario Haidara, insieme ad alcuni colleghi, decisero di mettere a repentaglio le proprie vite per salvare dalla furia distruttiva di Al Qaeda numerosi documenti e testimonianze scritte della brillante cultura di Timbuctù: quasi 380mila testi vennero allontanati clandestinamente dalla città, nascosti in pick-up oppure nelle cassette di frutta e verdura per evitare che fossero scovati e prontamente dati alle fiamme dai terroristi. Naturalmente si trattò di un’operazione ad alto rischio che, se fosse stata scoperta dai rappresentanti di Aqmi, quasi certamente avrebbe portato all’esecuzione di tutte le persone coinvolte nel tentativo di mettere in salvo il patrimonio culturale della città nord-africana. Per fortuna si riuscì a proteggere dalla distruzione gli antichi manoscritti, anche se molti altri finirono in cenere dopo l’assalto all’Istituto statale Ahmed Baba. Con la riconquista di Timbuctù da parte dell’esercito locale coadiuvato dai blitz aerei francesi, il pericolo cessò, e le preziose testimonianze del passato rimasero al sicuro a Bamako, capitale del Mali.

Ed ora possiamo prepararci a consultare questi importantissimi testi sul web. Infatti fin dal 2012 Google si era messa in contatto con i dirigenti della biblioteca di Timbuctù per cercare di salvare dall’oblio i documenti, garantendone almeno la pubblicazione e diffusione online. Oggi finalmente la trattativa è stata portata a termine, e prevede che il colosso statunitense metta a disposizione un macchinario ad alta tecnologia in grado di scattare delle fotografie molto dettagliate, per far sì che le pagine dei volumi e manoscritti possano essere poi caricati su appositi siti in circa 35 vetrine online, come prevede l’intesa tra le parti. Inoltre da Mountain View verseranno 15mila dollari utili per la retribuzione di tre esperti e di due tecnici specializzati nel caricare il prezioso materiale in rete.

Tuttavia, bisogna sottolineare che gli internauti non potranno consultare per intero tutti i trattati di filosofia, matematica, teologia e altre discipline di Timbuctù: infatti saranno i bibliotecari a comunicare agli addetti ai lavori quali sezioni divulgare e quali, invece, mantenere segrete. Attualmente l’inventario è in corso d’opera, e si prevede che debba concludersi entro la fine del 2018, quando poi le testimonianze selezionate verranno lanciate online. Haidara, intervistato su questa splendida iniziativa, con grande orgoglio ha detto che grazie alla pubblicazione su internet sarà possibile uscire da un grande equivoco inerente proprio questi manoscritti. Infatti si è sempre pensato che le biblioteche maliane custodissero soltanto dei libri di religione e teologia quando, invece, la cultura di questo Paese è molto più ampia e sconfinata, abbracciando anche saggi e trattati di filosofia, matematica e quant’altro. Nel frattempo, l’eroico bibliotecario si prepara a portare avanti un’altra sfida: far sì che tutti i documenti salvati dalle scelleratezze dei terroristi possano rientrare “a casa”, ossia nella struttura dalla quale erano stati portati via nel 2012 per sottrarli dalle grinfie di Al Qaeda.

Per raggiungere quest’obiettivo, però, è necessario che l’accordo di pace stilato nel 2015 tra il governo locale e i ribelli tuareg per tenere lontani gli jihadisti regga e venga costantemente confermato. L’intera operazione di pace e cultura richiede anche dei finanziamenti che fino a questo momento sono stati garantiti da Germania, Stati Uniti, Dubai e Turchia. Dopo la catalogazione e l’analisi delle sezioni dei testi da inserire online, questi saranno dislocati in 45 nuove biblioteche che verranno completate entro la fine dell’anno, in attesa però che i preziosi manoscritti della cultura maliana possano tornare una volta per tutte tra gli scaffali di Timbuctù, la loro “vera casa”.

Patrizia Gallina