Strage nella Ghuta, Usa evocano attacco per uso gas

80 morti in 24 ore. Domani nuova riunione del Consiglio Onu

BEIRUT. – Continua la mattanza di civili nella Ghuta, l’area assediata vicino Damasco, mentre l’Onu accusa Russia e Stati Uniti di aver ucciso decine di persone nei mesi scorsi in varie località della Siria, così come accusa il governo siriano di aver fatto uso di gas contro gli stessi civili della Ghuta.

E in risposta alle notizie dell’uso di armi chimiche da parte del governo di Damasco, da Washington trapelano notizie non confermate circa la possibilità di un nuovo attacco mirato americano contro postazioni militari siriane, come avvenuto lo scorso aprile.

Intanto da Mosca fanno sapere che 39 persone sono morte in Siria nello schianto di un aereo militare Antonov An-26 precipitato, a seguito di un “guasto tecnico”, nei pressi della base militare russa di Hmeimim, vicino al porto mediterraneo di Latakia. Il ministero della Difesa russo precisa che non ci sono sopravvissuti tra i 33 passeggeri e i sei membri dell’equipaggio, tutti militari.

Nella Ghuta assediata, le truppe governative, appoggiate da Iran e Russia, sono avanzate anche oggi da est verso ovest con l’obiettivo di dividere in due la zona controllata da miliziani sostenuti a vari livelli da Turchia, Qatar e Arabia Saudita. Ai lealisti rimane ora un tratto di soli due chilometri di distanza prima di tagliare la zona in due parti, una a nord e una a sud.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) e fonti mediche locali, nelle ultime 24 ore sono morti più di 80 civili nei raid aerei governativi. E la Croce Rossa Internazionale ha confermato l’inasprimento dei bombardamenti, che hanno causato ieri l’interruzione della consegna degli aiuti umanitari giunti, per la prima volta da novembre, con un convoglio Onu-Croce Rossa composto da 46 camion di cibo e medicinali.

Rappresentanti della Croce Rossa a Damasco affermano, appena tornati dalla Ghuta e dopo aver visto di persona la sofferenza dei circa 400mila civili, che la “situazione è disperata”. Dal canto suo, l’agenzia governativa siriana Sana riferisce di almeno 3 civili uccisi e 15 feriti a Damasco e dintorni a causa del lancio di mortai da parte di miliziani della Ghuta. A questi, secondo il Cremlino, è stato offerto oggi di lasciare “in sicurezza” l’area assediata assieme alle centinaia di migliaia di civili che da anni sopravvivono all’assedio.

La Russia aveva proposto nei giorni scorsi una “pausa umanitaria” per consentire ai civili di lasciare la Ghuta, dal 18 febbraio pesantemente esposta a bombardamenti indiscriminati governativi. A proposito dei crimini commessi nei mesi scorsi, la Commissione indipendente internazionale incaricata dall’Onu di far luce sulle violazioni commesse dalle parti coinvolte nella guerra in Siria, ha puntato il dito contro la Russia e la Coalizione a guida americana per l’uccisione in tutto di più di cento civili in due distinti episodi nel corso del 2017.

La Commissione accusa anche il governo siriano di aver “usato almeno tre volte gas tossici (cloro) in attacchi nella Ghuta” nel luglio scorso. E a tal proposito, come accaduto quasi un anno fa dopo le notizie di un attacco chimico nel nord-ovest della Siria, si torna a parlare di una possibile rappresaglia militare Usa contro Damasco. Secondo fonti ufficiali americane citate dal Washington Post, si ipotizza “un secondo attacco Usa contro il presidente Bashar Al Assad in meno di un anno”.

(di Lorenzo Trombetta/ANSAmed)

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