Zingaretti studia possibili intese. Per Renzi solo un buon pareggio

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. durante un comizio per le votazioni europee
Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti.

ROMA. – “Per il Pd un buon pareggio alle europee”. Matteo Renzi, l’uomo del 41% di cinque anni fa – “molto più del 34% di Salvini” -, giudica così la performance del suo partito al 22,7%, “120 mila voti in meno purtroppo, ma il 4% in più” delle politiche”. “Evitiamo toni trionfalistici, ma è un buon passo in avanti”, afferma il senatore, ancora riferimento per parte della minoranza interna, che rivendica “la tattica del popcorn” che paga con il M5S. “Ora avanti senza polemiche – aggiunge – per i ballottaggi nei Comuni”, dove invece l’ex premier ha visto “una bella vittoria” del Pd.

Giovedì Nicola Zingaretti riunirà la direzione sui risultati. “Il Pd è vivo, bisogna allargare l’alleanza”, ripete il segretario. “Prima eravamo terzi, marginali e moribondi, oggi siamo il pilastro di un’alleanza che rappresenta l’alternativa – dice -. È una partita lunga, ma si è riaperta”. I renziani gli ricordano con Luciano Nobili “eravamo secondi anche alle ultime politiche” e non gradiscono toni giudicati ingenerosi.

Tra voci mai sopite di scissione Renzi ragiona sulla vittoria nei Comuni: “non è merito del gruppo dirigente, né mio o vostro, ma dei magnifici sindaci che si sono spaccati la schiena e hanno dimostrato come si sta in mezzo alla gente”. Il senatore ricorda che molti di loro vengono dalla Leopolda. E Maurizio Martina, deputato della minoranza: “Non iniziamo con il tiro al piccione”.

Renzi intanto prevede che “Salvini si sgonfierà in 4-5 mesi come un palloncino, come è già successo a Di Maio”. Sul M5S “la tattica spregiativamente chiamata del popcorn (lasciarli governare e stare a guardare, ndr) dà una nuova chance al Pd. Grazie a chi con me ha detto no ad un accordo. Non devono dirci grazie, basta che non ci provino più”, ammonisce. E dà appuntamento al 12 luglio con i suoi Comitati civici a Milano, contro le fake news. E per la Leopolda numero 10 a ottobre a Firenze.

Zingaretti invece inizia a cercare nuove alleanze, per “far partire una nuova fase di sviluppo coniugandolo con l’equità e la giustizia sociale – dichiara -. Salvini si è radicato puntando tutto sulla domanda di giustizia. Il Pd deve offrire una ricetta diversa basata sullo stesso bisogno”. Romano Prodi, il fondatore del Pd, che ha vinto due volte le elezioni, sintetizza: “Zingaretti ha messo le condizioni necessarie per ripartire, ora deve mettere quelle sufficienti per vincere. Perché accada è necessario lavorare a un progetto concreto per l’Italia”.

(di Luca Laviola/ANSA)

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