Pedopornografia, la scuola: “Non potevamo immaginare”

Ieri mattina l’incontro al liceo cittadino dove il 38enne insegnava:

MANTOVA  Dopo lo shock e l’incredulità ieri per l’istituto superiore cittadino, in cui fino a qualche giorno fa insegnava il 38enne professore d’inglese finito in manette con l’accusa di pedopornografia, è stato il momento per analizzare quanto accaduto attraverso un incontro pubblico con i genitori degli studenti. Ad aprire il confronto il dirigente scolastico che nell’occasione ha tenuto a ribadire quanto già sostenuto subito dopo l’arresto del docente, ovvero che la scuola non ne sapeva nulla e nulla di quanto occorso poteva immaginare, dato che il casellario giudiziario dell’uomo, consegnato in segreteria assieme alla documentazione d’idoneità all’insegnamento, fino all’estate del 2018 era pulito. Una fedina penale la sua che poco prima del nuovo anno scolastico risultava ancora immacolata. Questo perchè la precedente condanna comminatagli per reati analoghi era divenuta definitiva solo in seguito. Un professionista stimato e dalle ottime referenze dunque ma che dietro a quell’apparente normalità nascondeva un segreto inquietante. Sul fronte delle future iniziative pensate per tutti gli studenti, non solo quelli coinvolti loro malgrado nell’aberrante vicenda, anche quella d’istituire uno specifico percorso di training psicologico. Tra gli interventi da registrare anche quello del giudice Laura De Simone che ha affrontato l’argomento dal punto di vista prettamente giuridico. Piena fiducia e solidarietà alle istituzioni scolastiche sono state mostrate dalle famiglie degli studenti. Nel frattempo, dopo la convalida della misura cautelare in carcere disposta dal gip venerdì, si attende ora solo che gli atti del fascicolo vengano trasmessi alla procura distrettuale di Brescia, competente in materia per reati di questo tipo. Ma come detto per il docente di lingua straniera questa non era la prima volta. Solo lo scorso anno infatti per le medesime accuse aveva patteggiato dodici mesi di reclusione. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia di giovedì il docente di Castiglione delle Stiviere ha ammesso le proprie responsabilità confermando il fitto scambio d’immagini e filmati dal contenuto erotico ma specificando però di non aver mai avuto un contatto diretto con gli adolescenti che l’uomo abbordava via social network. Nel suo smartphone la Polizia Postale aveva rinvenuto oltre cento contatti con ragazzini tra i 14 ed i 18 anni d’età e circa 130 tra foto e file proibite.