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direttore Paolo Pagliaro

M5S: SULLE NOMINE L’INTESA SIA GENERALE

M5S: SULLE NOMINE L’INTESA SIA GENERALE

 

“Una società sana premia il merito, rimuove le disuguaglianze, punisce i disonesti ed investe sui propri talenti, sull’istruzione e sull’innovazione. Nei prossimi mesi ci sarà da affrontare ed indirizzare il futuro di tante società partecipate pubbliche: competenza, trasparenza, ed onestà saranno le nostre stelle polari per raggiungere l’obiettivo di una nuova crescita sostenibile ed inclusiva, guidata dall’innovazione e dallo sviluppo tecnologico”. Lo scrive sul blog del Movimento 5 Stelle Andrea Roventini, candidato ministro dell'economia del MoVimento 5 Stelle, ricordando che “si tratta di più di 60 aziende partecipate pubbliche, che complessivamente hanno un fatturato superiore a 120 miliardi di Euro, e che impiegano 105 mila dipendenti. Il 70% del fatturato totale è nel settore “Energia, petrolio e gas”, con 14 aziende, per un fatturato di circa 84 miliardi di Euro: cifre importanti che possono influenzare ed indirizzare la crescita italiana verso la sostenibilità, in linea con il piano energetico nazionale a 5 stelle. Due aziende sono del settore “Spazio aereo e difesa” e contano 45 mila dipendenti con specializzazioni professionali di altissimo livello ed un potenziale di crescita ed innovazione patrimonio del Paese. Infine, più di quindici aziende appartengono invece al settore “Logistica/Trasporti”. Quasi il 40% delle nomine coinvolgono donne, forza trainante della nostra società”. Secondo Roventini “le nomina non sono un’occasione per fare tabula rasa. Invece, bisognerà pragmaticamente verificare i risultati ottenuti dai vertici uscenti caso per caso, considerando gli obiettivi ed il contesto competitivo e normativo. Non si dovrà avere paura di riconfermare i manager che hanno ben operato e di congedare quelli che hanno deluso. Tutto ciò dovrà avvenire nella massima trasparenza, evitando logiche politiche spartitorie che possano promuovere manager appartenenti a circoli di potere, che affondano le radici nella Prima e Seconda Repubblica, e cercano di riciclarsi anche oggi, o fornire una comoda poltrona agli amici degli amici, o un buen retiro per i soggetti (es. capi di gabinetto, consiglieri di stato, direttori generali, etc.) non più graditi e privi delle competenze necessarie. Le Istituzioni devono infatti poter respirare e operare anche, e soprattutto, in questa fase di concertazione per la formazione del Governo e devono poterlo fare in piena trasparenza anche utilizzando strumenti già esistenti, come il portale CROS del MEF. Alla luce di queste considerazioni però “un governo dimissionario, la cui maggioranza politica è stata così pesantemente ridimensionata dagli elettori, non può decidere da solo. Nei casi in cui la nomina dei vertici d’imprese di rilievo nazionale non possa attendere la nascita del nuovo governo, come nel caso di Saipem, sarà necessario procedere con intese di carattere generale che coinvolgano l’esecutivo uscente e l’attuale Parlamento nel quadro degli obiettivi delle nostre istituzioni democratiche e dei criteri sopra enunciati”.

(© 9Colonne - citare la fonte)