Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

MANOVRA, OK ALLA CAMERA
ORA MODIFICHE AL SENATO

MANOVRA, OK ALLA CAMERA <BR> ORA MODIFICHE AL SENATO

La Camera ha dato il via libera alla fiducia sulla manovra con 330 sì e 219 no, prima dell’ok finale arrivato con 312 sì e 146 no: ora si attende passaggio al Senato dove la legge di bilancio sarà con ogni probabilità stravolta per inserirvi le misure più attese, come reddito di cittadinanza e quota 100. Ma soprattutto in attesa di capire come si concluderà la trattativa con l’Unione Europea sul rapporto deficit/Pil.

 

LE CRITICHE. Oggi in aula sono continuate le scaramucce tra maggioranza e opposizione, con Bruno Tabacci che è stato il primo a sottolineare come “non si era mai vista l’approvazione con la fiducia di un provvedimento che è una scatola vuota” e a chiedersi: “Si fa un giro a vuoto, aspettando di cambiare tutto al Senato, ma Conte cosa dirà a Juncker nel frattempo?”. Critiche attese, come quelle del Partito democratico (“Nel 2019 le imprese pagheranno oltre 6 miliardi di tasse in più, e per la prima volta negli ultimi anni non ci sarà una diminuzione delle tasse, che resteranno uguali – dice Andrea Marattin – e consentire a tutti il pensionamento anticipato in un paese in cui per anni si è consentito di andare in pensione a 38 anni è la più grande operazione di redistribuzione dai giovani ai vecchi”) ma anche non così scontate, come quelle di Fratelli d’Italia: (“Abbiamo difeso il governo contro gli attacchi dell’Unione Europea che sul rispetto dei parametri fa due pesi e due misure, ma al primo buh dell’Europa ci siamo messi a trattare – protesta Giorgia Meloni - Percepiamo l’evidente imbarazzo di chi sa che non potrà mantenere le promesse mirabolanti fatte: sul reddito di cittadinanza i conti non tornano, a meno che non sia in atto un complotto della lobby delle calcolatrici”) o del Maie, che vota sì turandosi il naso: “Ribadiamo la fiducia a questo governo come lo farebbe un amante tradito: siamo delusi e dispiaciuti per questa finanziaria che non ha dato spazio al Sud, che aiuta in maniera assistenzialista e non la crescita con il reddito di cittadinanza”.

 

LA DIFESA. Ma la maggioranza rivendica le proprie scelte: “E’ una manovra che definirei innovativa anche solo per il fatto che risponde a quello che volevano i cittadini: il reddito di cittadinanza, gli investimenti, quota 100 – dice Francesco D’Uva, del Movimento 5 Stelle - E’ una manovra correttiva e responsabile insieme: l’ultima del governo Gentiloni era dello 0,8%, dove si vuole andare in questo modo con la crescita?. Non vogliamo alcuno strappo con l’Unione Europea, vogliamo essere d’esempio ad altri paesi con la nostra determinazione”. (Sis – 7 dic)

(© 9Colonne - citare la fonte)