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direttore Paolo Pagliaro

DA LIBIA A NIGER: I NUMERI
DELLE MISSIONI ITALIANE

DA LIBIA A NIGER: I NUMERI <br> DELLE MISSIONI ITALIANE

Una spesa che ammonta a 296 milioni euro, più 2 per una nuova iniziativa in Tunisia, per una presenza media di 6300 unità dislocate in tutto il mondo: dal Venezuela al Kosovo, dall'Afghanistan (dove è però prevista una ulteriore diminuzione del contingente che porterà a 700 gli uomini entro settembre) al Corno d'Africa, passando per il Niger dove "il governo ha concretamente avviato il programma bilaterale in Niger: 290 uomini che si dedicheranno alle attività formative delle forze di sicurezza e delle istituzioni governative per accrescerne le capacità di controllo del territorio e delle frontiere e consentire un efficace contrasto sia ai traffici illeciti come la tratta di esseri umani sia alle minacce alla sicurezza di più ampia portata, come il terrorismo". Sono i numeri previsti dal provvedimento di rifinanziamento delle missioni internazionali per il 2019, che i ministri degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e della Difesa Elisabetta Trenta hanno illustrato oggi alle commissioni riunite di Camera e Senato, in cui entrambi hanno sottolineato "la spiccata vocazione multilaterale della politica estera italiana" e "l'auspicio che il rifinanziamento venga approvato dal Parlamento con il più ampio consenso possibile".

AFGHANISTAN: Uno dei paesi caldi continua a essere l'Afghanistan dove, spiega Moavero, "poniamo grande attenzione ai contatti in corso tra gli Stati Uniti e i gruppi talebani per instaurare un percorso di pace". Nel frattempo però il contingente italiano è destinato a ridursi ulteriormente, come spiega Trenta, nell'ambito di una rimodulazione globale che riducendo ulteriormente il contingente nazionale in Afghanistan fino ad un massimo di 700 unità entro settembre. Seguiremo gli sviluppi del processo di pace e anche il possibile ritiro dei militari statunitensi dall'Afghanistan per valutare i riflessi che esso avrebbe sulla sicurezza dei nostri militari. Siamo pronti ad esaminare ulteriori rimodulazioni della nostra presenza nella missione Resolute Support".

LIBIA. In Libia la situazione rimane di estrema difficoltà, ammette Moavero, e "necessita di estrema pazienza ma soprattutto di una collaborazione internazionale più vasta, e più attiva quantomeno da parte dell'Unione Europea: non si può pensare che un solo paese, per quanto vicino, possa portare la stabilizzazione". Secondo il leader della Farnesina "I corridoi umanitari sono la soluzione a nostro avviso: siamo il primo Paese per reinsediamenti di rifugiati, proprio ieri ne sono arrivati oltre un centinaio di cui molti minori provenienti dal Corno d'Africa. Non si possono lasciare i rifugiati nelle mani dei trafficanti". E a proposito di migranti,  Moavero conferma che "non abbiamo segnali concreti di arrivi di persone di paesi terzi in Europa in seguito a una guerra civile in Libia, ma è giusto che vi sia una preallerta". Il ruolo militare italiano a Tripoli rimane comunque quello del "lavoro di supporto e consulenza alle forze libiche,  propedeutiche all'autonomia delle forze libiche nel controllo del territorio" aggiunge Trenta, dal momento che "non esiste una soluzione militare alla crisi libica, si può arrivare a una soluzione di dialogo tra tutte le parti in causa".

SIRIA E MIGRANTI. Ancora sui migranti: Moavero insiste sulla necessità "di intervenire quanto più possibile nei paesi dell'Africa subsahariana per favorire lo sviluppo ed evitare che continui il traffico di esseri umani che spesso purtroppo accompagna le grandi migrazioni". Anche per quanto riguarda la Siria, "'Italia riserva particolare attenzione alle iniziative a sostegno dei rifugiati siriani nei paesi limitrofi della Siria. Abbiamo confermato il contributo annuo di 45 milioni di euro, per iniziative emergenziali a favore progetti di stabilizzazione e per lo sviluppo e il sostegno a rifugiati in Siria, in Libano e in Giordania nel periodo 2019 e 2020".

 

NIGER. Tra le novità del 2019, come detto, ci saranno le missioni in Tunisia, che ha chiesto all'Italia supporto tecnico, e Niger, dove Il governo ha già concretamente avviato il programma bilaterale in: 290 uomini che si dedicheranno alle attività formative delle forze di sicurezza e delle istituzioni governative per accrescerne le capacità di controllo del territorio e delle frontiere e consentire un efficace contrasto sia ai traffici illeciti come la tratta di esseri umani sia alle minacce alla sicurezza di più ampia portata, come il terrorismo.

VENEZUELA. Infine il Venezuela, dove "dopo una fase di alcuni distinguo dovuta alla non opportunità, secondo alcuni, di personalizzare troppo la questione" sottolinea Moavero "c'è un'azione estremamente corale e convergente", con l'Italia che non riconosce la presidenza di Maduro e che è intervenuta attraverso la cooperazione con 2 milioni di euro a favore dell'Unhcr e della Croce rossa, e abbiamo effettuato iniziative per accoglienza, assistenza e anche aiuto diretto alla comunità italiana che è composta di circa 140mila persone, che hanno anche la cittadinanza italiana. Stiamo inoltre riaprendo in questi giorni il consolato di Maracaibo, che era stato chiuso per motivi di sicurezza da un paio di mesi. La posizione dell'Unione Europa sul Venezuela è molto unita".

UE. Moavero ha anche suggerito che, in sede di riforme istituzionali nell'Unione europea, "una delle prime cose che servirebbero all'Europa è fare sì che si possa deliberare a maggioranza in sede del Consiglio degli Affari Esteri, invece che all'unanimità. Questo potrebbe dare una fluidità maggiore e potrebbe permettere di aumentare peso specifico in aeree a noi vicine attraverso ruolo dell'Ue di cui facciamo parte".

(Sis)

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