di Leon Ravasi [user #4] - pubblicato il 03 marzo 2002 ore 21:00
Che anacronismo mettersi a parlare ora, nel 2002, di
Anna Identici. Una cantante scomparsa, bruciata sulla
piazza del mancato successo discografico: mercatino di
modernariato a cui si ricorre nel periodo sotto Festival di
Sanremo. Perché Anna di Festival se ne fa tanti: sette
credo. Alcuni con prodotti degni ("Era bello il mio
ragazzo", "Mi sono chiesta tante volte" e anche,
massì, "Non calpestate i fiori", vagamente ecologista ante-
litteram) e altre volte con pure puttanate sanremesi
("Taxi" e "Il Dirigibile", entrambi in coppia con
Antoine, "Una rosa da Vienna", che pure è su testo di
Bruno Lauzi e "Quando mi innamoro", che, a tutt'oggi
resta il suo più grande successo. All'inizio degli anni '70
Anna però si stanca di fare la ragazza fragile dal fascino
acqua e sapone dal palcoscenico della città dei fiori e
inizia una seconda fase della sua vita artistica. In mezzo
un buco nero, sempre a Sanremo (è veramente strano
come la sua vita si mischi sempre al Festival) quando
qualche giorno prima di partecipare con il brano "Il treno"
tenta il suicidio...