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Kasper: "Nemici del Papa vogliono un nuovo conclave"

18 gennaio 2019 | 17.21
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Ci sono persone a cui semplicemente non piace questo pontificato, vogliono che si concluda prima possibile per avere, diciamo così, un nuovo conclave". A dichiararlo, in un'intervista all'emittente tedesca Ard ripresa da 'Crux', è stato il cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. I detrattori dell'attuale pontificato vogliono, secondo Kasper, anche che il nuovo conclave "vada a loro favore in modo da avere un risultato che si adatti alle loro idee". Parlando ancora con l'emittente il prelato sostiene che i nemici del Papa stanno usando una strategia "inappropriata" per trasformare il dibattito sugli abusi sessuali in seno alla Chiesa cattolica "in un dibattito su Papa Francesco", cosa che rappresenta "un abuso degli abusi". "Questo distoglie l'attenzione dal problema reale e questa è la parte più negativa" conclude Kasper sottolineando che questa strategia "ci distoglie" dal concentrarci sulle questioni più importanti come lo sviluppo di "mezzi di prevenzione" migliori per proteggere i minori dagli abusi.

MELLONI: COSA C'È DIETRO LA DENUNCIA DI KASPER - Che chiave di lettura dare alla denuncia di Kasper? Interpellato dall'Adnkronos, lo storico della Chiesa Alberto Melloni premette: "Che la crisi da cui la Chiesa cattolica oggi è scossa abbia effetti divisivi non c'è bisogno dei cardinali per capirlo. Il punto è l'interpretazione di due disastri: quello che riguarda i violentatori di bambini e bambine e quello che riguarda la corruzione, perché né l'uno né l'altro sono problemi peculiari della Chiesa cattolica. Si tratta di due grandi problemi dell'Occidente". In realtà, analizza lo storico, "queste due cose possono essere usate in due modi: o in un senso penitenziale, per andare alla ricerca di una via di uscita più evangelica della Chiesa, ma possono anche essere manipolate a fini propagandistici e rispetto al conclave c'è il rischio da un lato che informazioni vere o false vengano usate prima delle elezioni per fare fuori questo o quel candidato: quello che una volta era il potere di veto delle potenze cattoliche, oggi è un potere di veto che passa dai media".

Melloni avanza una seconda ipotesi, "la peggiore di tutte - dice - che è quella che qualcuno usi informazioni vere o false per cercare di azzoppare il papato. Questo si è visto anche all'inizio del pontificato di Francesco quando a poche ore dalla sua elezione uscirono notizie sulla sua presunta contiguità con il regime dittatoriale argentino che erano assolutamente false. Sono state, grazie al cielo, travolte dall'entusiasmo delle elezioni. In quel momento la reputazione della Chiesa e quella del Papa erano tali da travolgere un tentativo di manipolazione pubblica dietro quel disegno". Melloni ricorda che "è già da tempo che c'è un'azione conservatrice minoritaria e concordata che sta facendo un gioco di cui i media sono involontariamente complici per rappresentarsi come la metà della Chiesa. Che il Papa abbia lo 0,1% che lo odia, l'1% che lo detesta e il 10% che non lo ama è la fisiologia della Chiesa cattolica".

Per Melloni non si tratta di una vicenda nuova. "Senza precedenti - osserva - nella storia del conclave non c'è niente. Questa è una cosa non dico normale che fa parte dell'ordine delle cose. Se solo si pensa alle prime voci sul fatto che Wojtyla stesse per morire: erano del '93 e sono stati dodici anni a bollire nella pentola, dimostrazione che la maldicenza allunga l'esistenza". Non sfugge poi che la denuncia del porporato tedesco Kasper arrivi a breve distanza dal summit di febbraio che il Papa ha voluto, chiamando i capi della chiesa cattolica nel mondo per arginare la piaga della pedofilia da parte dei preti. "In effetti sarà un ri-conclave perché è occasione nella quale il Papa metterà in gioco la sua credibilità di guida".

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