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Ex ambasciatore italiano in Cina: "Solito teatrino no attenzione a interessi Paese"

13 marzo 2019 | 19.00
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(Fotogramma)
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Le polemiche sul memorandum d'intesa con la Cina sono figlie del "solito teatrino all'italiana, di un dibattito tra fazioni politiche che tutto hanno a mente tranne che gli interessi nazionali". A parlare così, in un'intervista all'Adnkronos è Alberto Bradanini, ambasciatore d'Italia a Pechino fino al 2015 e ora presidente del Centro studi sulla Cina contemporanea, che contesta le preoccupazioni di europei ed americani - "i primi non fanno nulla per noi, i secondi per i quali non dovremmo fare affari con nessuno se non con il Texas - e illustra quelle che a suo parere sono le vere "criticità".

"Dobbiamo capire esattamente dove e cosa guadagniamo noi dal memorandum d'intesa" che dovrebbe essere firmato la prossima settimana in occasione della visita a Roma del presidente cinese Xi Jinping, spiega Bradanini, "dobbiamo imporre alla Cina che sia conseguente ai suoi impegni, perché la Cina tende a dimenticarli, rimandandone l'attuazione alle calende greche".

Forte della sua esperienza cinese, avendo trascorso dieci anni della sua carriera, in diversi momenti, in quel Paese, l'ex ambasciatore avverte: "Il memorandum d'intesa non è che un pezzo di carta, i cinesi ne firmano a centinaia, hanno una tendenza drammatica a farlo perché hanno bisogno di raccoglierne il beneficio politico, ma non hanno certo bisogno di noi".

Bradanini suggerisce allora di fissare con i cinesi "una tempistica attuativa, in modo che tra sei mesi verifichiamo quello che è stato fatto su tutti i temi" contenuti nel memorandum. "Ma posso già dire che non avrà fatto nulla", prevede l'ex ambasciatore, che poi cita una frase di Winston Churchill: "In politica internazionale non ci sono amici eterni, ma ci sono interessi eterni". "L'Italia dovrebbe muoversi con capacità, avendo sempre a mente la stella polare degli interessi della nostra nazione - chiosa - che sono gli interessi della nostra gente".

Gli Stati Uniti sono preoccupati che l'Italia firmi il memorandum d'intesa con la Cina? "Cosa dovremmo fare? Con la Russia non possiamo fare affari, con l'Iran non possiamo fare affari, con la Cina neanche, possiamo farli solo con il Texas?" risponde così l'ex ambasciatore all'Adnkronos, in merito alle obiezioni sollevate da Stati Uniti e adesso anche Unione Europea sul nostro rapporto con la Cina. "Nelle condizioni in cui si trova la nostra povera Italia, con una povertà aumentata per milioni di cittadini, con la classe media che va scomparendo, cosa dovremmo fare noi per sopravvivere? - si chiede - La guerra è finita da 74 anni e stiamo ancora sotto il giogo dei vincitori". Bradanini contesta anche la posizione dell'Europa, che "per noi non fa nulla, se non imporci politiche dello zero virgola". "Evidentemente, questa posizione critica nei confronti dell'Italia - sostiene - è dovuta al fatto che c'è un governo critico dell'Europa e dunque Bruxelles reagisce in maniera scomposta e irrazionale. Ma l'Europa non deve guardare all'Italia come a un partito". E ancora, Francia e Germania "cosa hanno da rimproverarci? - chiede - In particolare, la Germania ha con la Cina un avanzo di 20 miliardi e la Commissione europea dominata dai tedeschi non ha mai sollevato il problema. Mentre invece noi abbiamo con Pechino un disavanzo di circa 20 miliardi di euro" "Per questo - conclude - la cosa più importante è negoziare con la Cina sulla base dei nostri interessi".

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