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Cacciari: "Accordo Martina-Zingaretti o Pd muore"

15 dicembre 2018 | 18.02
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"Che vinca Martina o che vinca Zingaretti non c'è scelta: è evidente che debbano aprire un confronto con il M5S. Uno dei segni della svolta di cui ha bisogno il Pd è cominciare un ragionamento serio con i cinquestelle e con tutto quello e quelli che rappresentano". Al di là dei candidati e di chi prevarrà alle primarie, Massimo Cacciari non ha dubbi sulla strada che il nuovo segretario del Pd dovrà intraprendere, intervallando il lungo lavoro di ricostruzione del partito alla paziente opera di tessitura di nuovi rapporti politici.

Nell'immediato e in vista dell'appuntamento congressuale, "mi auguro - ha dichiarato Cacciari all'Adnkronos - che Martina e Zingaretti ragionino: facciano la loro 'campagnuzza' elettorale e questo pseudo congresso sulla base di un accordo preventivo tra loro, in maniera che a prescindere da chi vincerà, si mettano insieme e diano vita a un nuovo partito. Che poi si chiami Pd o Pepito non mi interessa, l'essenziale è che sia totalmente nuovo".

"Da quello che ho capito parlando sia con l'uno che con l'altro - ha aggiunto - mi pare che ci sia questa intenzione. Speriamo che non combinino il disastro di dividersi alle primarie, perché se non si sono messi d'accordo è evidente che alla fine delle primarie il partito deflagrerà definitivamente".

Il nuovo segretario e il suo gruppo dirigente dovranno lavorare ventre a terra. "Lo dico da qualche anno - ha ricordato Cacciari - che il Pd andrebbe sciolto, rivoluzionato, rifondato e riorganizzato su basi nuove a partire dai programmi, dalle strategie e dal gruppo dirigente. Ma ancora più importante è l'assetto organizzativo, cambiare lo statuto, riprendere l'idea del partito federale che era uno dei pilastri della costruzione iniziale del Pd e che è stato totalmente demolito come quasi tutte le idee da cui ci eravamo mossi prima della sua fondazione".

"Nel momento in cui c'è stata la fondazione, un minuto dopo tutto è stato rimesso in discussione, ed è stato evidente come sarebbe andata a finire. Tutti i segretari e i leader di partito che hanno guidato le forze politiche che hanno dato vita al Pd sono stati allevati a colpi di centralismo. Ma questo è accaduto anche alla Lega che era nata proprio come forza territoriale, come movimento federale, e che si è trasformato in un partito burocratico-centralistico. Prima con Bossi e ora che con Salvini è diventato un partito della destra nazionalista ancora di più.

"Nella nostra storia politica - ha detto ancora l'ex sindaco di Venezia - tutto precipita verso Roma. L'esempio più illuminante è stata la traduzione del dettato Costituzionale in norme sulle regioni e sul decentramento. Se avessimo avuto delle macroregioni, il decentramento dell'azione politica sarebbe stato inevitabile e conseguente".

Sul ruolo che Renzi sta interpretando in questa fase, il giudizio è tranchant. "Renzi - ha ribattuto Cacciari - è stata una sciagura per il Pd. All'inizio ha illuso il partito in modo esiziale ma era evidente che la sua cultura politica, il suo linguaggio e perfino il suo modo di porsi con le persone ci sarebbe costato tantissimo in termini di distacco dai nostri elettori e dal nostro mondo di riferimento. Mi auguro che Renzi finalmente lo abbia capito e faccia quello che vado predicando: dia vita a un suo partito di centro, collegato con altre forze europee che abbiano la sua stessa visione, buona fortuna!".

"Continuare la convivenza tra Renzi e gli altri all'interno del Pd sarebbe un accanimento distruttivo. Mi auguro che lo abbiano capito tutti, io per averlo detto già da qualche anno sono stato lapidato. Comunque l'intenzione è di andare a votare alle primarie, ma non posso dire su quale nome metterò la crocetta perché voglio capire bene chi dei candidati ha le idee che io ho esposto. Se invece dovessi capire che le primarie si svolgeranno come una resa dei conti tra chi vuole continuare con Renzi e chi vuole fare altro, ma non ha il coraggio di dirlo, allora è perfettamente inutile perdere tempo e me ne starò a casa".

Nel concludere Cacciari smentisce di aver avuto un'offerta per candidarsi alle elezioni europee, qualora Zingaretti divenisse il segretario dem. "Nessuno mi ha parlato di una mia candidatura alle elezioni europee è l'ultima delle cose che mi interessa", taglia corto.

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