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Cina: investitori e capitali grazie alle A-shares

5/31/2018 | Greta Bisello

I dati economici nel Paese sono in linea con le attese, Trump continua la partita e solleva nuove richieste, ecco come sarà il futuro di Xi Jinping


A giugno MSCI inizia a inserire 230 azioni cinesi quotate sul continente (azioni A) nel suo indice globale degli Emerging Markets e nel suo indice mondiale e tra gli investitori c'è molta attesa. 

 

Secondo l'analsi di Raiffeisen Capital Management ciò potrebbe dare luogo a ulteriori flussi di capitali verso queste azioni da parte di investitori stranieri che orientano molto i propri portafogli in base a questi indici. MSCI in ogni caso inserirà le azioni cinesi in maniera limitata, per poi aumentarne gradualmente il peso in futuro. Entro la fine dell’anno le azioni A dovrebbero rappresentare lo 0,7% dell’indice MSCI EM; fino alla fine del processo la loro quota potrebbe aumentare al 18% circa. Insieme alle azioni H (le azioni cinesi scambiate a Hong Kong) già rappresentate nell’indice, le società cinesi potrebbero costituire infine oltre il 40% dell’intero indice MSCI nell’arco dei prossimi anni


Questo è dunque uno sviluppo molto significativo che, da un lato, dovrebbe far aumentare notevolmente l’interesse degli investitori per le azioni cinesi e, dall’altro, potrebbe contribuire a promuovere lo sviluppo dei mercati finanziari cinesi e liberalizzare e facilitare la circolazione dei capitali. In fondo, sono state anche le severe restrizioni alla circolazione dei capitali a scoraggiare MSCI a inserire prima le azioni A cinesi nell’indice.

 

Allargando lo sguardo,in Cina, il principale driver di crescita è rappresentato dall’emergere di una forte classe media. L’Ocse prevede che l’espansione proseguirà intorno al 6.3% fino al 2022 e i principali fattori trainanti saranno i consumi e gli investimenti nelle infrastrutture da parte dei governi regionali. Nell'analisi di Marcel Zimmermann, gestore del fondo 5 stelle Morningstar Lemanik Asian Opportunity, fra i best performer 2017 (+20%), Il Paese di Xi Jinping ha un piano ambizioso fino al 2050, che include obiettivi importanti come l’eliminazione della povertà e la creazione di una società più equa, modernizzando il suo sistema socialista. Gli economisti si aspettano che il Pil del paese superi quello degli Stati Uniti intorno al 2025 e la sua espansione positiva sarebbe certamente avvertita nella regione del Pacifico.

E conclude l'esperto: “Il contesto globale attuale, fatto di tensioni geopolitiche, aumento di tassi di interesse, e protezionismo, si riflette però in modo negativo sui mercati asiatici. L’aumento dell’incertezza è un grande nemico, non solo dei mercati, ma anche dei consumatori e delle aziende: ci aspettiamo quindi una volatilità ancora più elevata nei mesi a venire. Nonostante questo, continuiamo a vedere interessanti opportunità di investimento a medio termine in Cina, Corea del Sud e nell’area Asean".

 

 

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