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USA - Cina, dazi: a chi giova la proroga alla tregua?

2/27/2019

Una soluzione più concreta si attende entro la primavera anche se dovesse essere a tempo determinato fino alle prossime elezioni


Una proroga ci sarà anche se ancora non è stato quantificato quanto durerà. Stiamo parlando della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina che negli ultimi mesi ha attirato l'attenzione di investitori (e non solo) da tutto il monod.

Secondo l'analisi di Didier Rabattu, head of equities Lombard Odier IM esistono due importanti fattori che stanno incentivando entrambe le parti in campo a raggiungere un accordo. 

 

"Dal punto di vista della Cina, la guerra commerciale con gli Stati Uniti ha inflitto gravi danni alla crescita, soprattutto perché si è aggravata in un momento in cui la riduzione della leva economica era il principale obiettivo politico. Più strategicamente, la controversia commerciale con gli Stati Uniti ha evidenziato la dipendenza di un modello di crescita basato sul commercio e la sua vulnerabilità per quanto riguarda l'ambizione della Cina di diventare una superpotenza globale" spiega l'esperto. 

 

Dall'altro lato invece gli Stati Uniti, afferma Rabattu: "La guerra commerciale ha portato alla luce i sospetti di vecchia data riguardo alle ambizioni a lungo termine della Cina nei confronti di alcuni stakeholder in materia di sicurezza. Ciò include il gigantesco balzo che il paese ha compiuto nel campo dell'intelligenza artificiale negli ultimi anni. In effetti, l'allineamento di vari interessi statunitensi (l'amministrazione Trump, falchi come John Bolton, Peter Navarro e Robert Lighthizer e società multinazionali) è stato uno sviluppo importante, con implicazioni a lungo termine per il rapporto USA-Cina. Nel breve termine, le elezioni presidenziali americane dell'anno prossimo e la necessità del presidente Trump di una narrazione praticabile sullo sfondo di un congresso diviso sono importanti incentivi per la risoluzione a breve termine della questione da parte statunitense. Riteniamo che questa risoluzione a breve termine sarà probabilmente incentrata sulle partite correnti, dato il pensiero transazionale del Presidente Trump".

 

Uno sguardo anche a come reagiranno gli investimenti in questo specifico contesto. "Siamo stati e rimaniamo positivi per quanto riguarda le attività dei mercati emergenti (EM) - sottolinea l'esperto di Lombard Odier IM -,  in particolare le azioni cinesi nelle quali vediamo il valore, in quanto alcuni dei principali fattori di rischio diminuiscono. L'ambiente macroeconomico EM è stato anche aiutato dal pivot indotto dal mercato nella politica della Federal Reserve, come indicato nell'ultimo verbale della Fed e nel precedente incontro del FOMC, sia riducendo lo svolgimento del bilancio, sia ponendo fine a tale rilassamento prima del previsto. Continuiamo ad aspettarci che nei prossimi mesi le azioni degli EM supereranno le azioni dei mercati sviluppati. Inoltre riconosciamo anche il valore del debito in valuta locale degli EM, poiché il dollaro rimane in rangebound, con implicazioni positive anche per il credito alle imprese in Asia".

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