L'ex sottosegretaria alla Cultura del Governo Renzi, Francesca Barracciu (Pd), è stata condannata a 4 anni di reclusione per peculato aggravato nell'ambito dello scandalo sui fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna e spesi per fini non istituzionali. Una cifra che si aggira intorno agli 81 mila euro. La sentenza è stata pronunciata dalla seconda sezione del Tribunale di Cagliari dopo circa un'ora e mezzo di camera di consiglio. Il pubblico ministero Marco Cocco aveva chiesto per l'imputata 5 anni di carcere.
Barracciu è imputata per i fondi ricevuti quando era consigliera regionale
Fedelissima di Renzi, è stata coinvolta da circa due anni nell’inchiesta sulle spese pazze del consiglio regionale della Sardegna, ribattezzata dalle cronache “Rimborsopoli”. Barracciu aveva precisato di aver speso una parte dei fondi per dei rimborsi benzina legati ai viaggi fatti in ragione del suo ruolo politico ma non aveva saputo dare una spiegazione alle tante incongruenza contestategli successivamente dagli inquirenti.
Tra nomine e gaffe, ecco chi è la Barracciu
Nata l’11 giugno del 1966 a Sorgono, in provincia di Nuoro, Barracciu, è laureata in filosofia e in pedagogia. Ha insegnato materie letterarie e latino presso le scuole superiori e ha lavorato come consulente per le attività culturali presso enti pubblici e privati. Il suo ingresso in politica risale agli anni ’80 quando milita nel PCI poi PDS, DS e PD.
- Nel 2005 viene eletta sindaco di Sorgono col 100% (in quanto unico candidato). Vi resta fino e fine mandato.
- Dal 2004 al 2013 è anche Consigliere regionale della Sardegna.
- Nel 2009 si candida al Parlamento europeo tra le file del PD nella circoscrizione Isole e ottiene 116 844 preferenze risultando la prima dei non eletti, e subentrando poi a Rosario Crocetta il 17 dicembre 2012, dopo le sue dimissioni per l'elezione a Presidente della Regione Siciliana.
- Nell’autunno del 2013 vince le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato presidente della Regione Sardegna per poi ritirarsi dopo le pressioni del suo partito. Nello stesso mese, infatti, scoppia il caso Rimborsopoli e Francesca Barracciu viene iscritta nel registro degli indagati insieme ad altri 33 esponenti: due mesi dopo, l'allora europarlamentare e candidata governatrice, viene sentita dal pm Marco Cocco per rispondere del mancato rendiconto di spese effettuate dal gruppo consiliare tra febbraio 2006 e gennaio 2009, per un totale di trentatremila euro di rimborsi chilometrici per il carburante.
- Il 28 febbraio 2014 viene nominata Sottosegretaria di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo guidato dal ministro Dario Franceschini, nel Governo Renzi, rassegnando le dimissioni da parlamentare europeo, ratificate l'11 marzo 2014. La sua nomina ha provocato forti perplessità in quanto, dopo la richiesta di fare un passo indietro alla presidenza della Regione, sia il premier che io ministro delle Riforme Maria Elena Boschi difendono l’incarico di Barracciu, e di altri sottosegretari indagati, ribadendo che l'avviso di garanzia non deve essere giudicato una condanna in via definitiva. Si dimetterà dopo il rinvio a giudizio del 21 ottobre 2015, promettendo che dall’inchiesta sulle spese dei gruppi del consiglio regionale sardo sarebbe uscita a testa alta.
- Il 5 dicembre 2014, la Barracciu finisce di nuovo sulle pagine dei quotidiani, questa volta per una gaffe. La Barracciu partecipa a Nuoro alle celebrazioni in onore del poeta Sebastiano Satta in occasione dei cento anni dalla sua scomparsa. La politica legge però un intervento in cui richiama la vita e i lavori del giurista Salvatore Satta. Il giorno seguente, minimizza la gaffe come "una leggerezza del mio staff", sottolineando che "chi mi conosce e conosce il mio percorso di studi non mette sicuramente in dubbio che so benissimo chi sono Salvatore e Sebastiano Satta".