Silvio Berlusconi lancia la sua crociata contro il M5s e annuncia che sarà "in campo" per le elezioni Europee del maggio 2019. Non solo: fa anche il punto delle alleanze nel centrodestra striglia Matteo Salvini per aver annunciato che il tridente Fi-FdI-Lega resterà "solo per accordi locali".
Ma è soprattutto con i pentastellati che il leader di Forza Italia si scaglia, senza lesinare dure critiche. Li definisce "pericolo" più grande del comunismo (per "ignoranza, incompetenza, invidia e odio sociale") che "attenta alla liberta'" delle imprese e dei cittadini con le nazionalizzazioni, e con la proposta di vietare le pubblicità delle partecipate statali su giornali e tv che, se fosse attuata, "farebbe chiudere Mediaset il giorno dopo".
L'ex premier se la prende soprattutto il portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, per l'audio in cui dice che, se il Tesoro non troverà i fondi per introdurre il reddito di cittadinanza, partirà una "mega-vendetta" sui funzionari del ministero. "Francamente in una democrazia con le regole di una democrazia il signor Casalino dovrebbe stare già fuori con la valigia in mano", sostiene Berlusconi.
Sul fronte manovra, assicura, tra i leader europei la preoccupazione è massima. "Se alzassimo il deficit e l'Europa dovesse respingerla, lo spread salirebbe e sarebbe un disastro", avverte. Uno scenario catastrofico a cui il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio ha replicato con ironia citando il Massimo Troisi di "Non ci resta che piangere": "Sì sì, mo me lo segno". "Il capo di Mediaset politicamente ha fatto il suo tempo" aggiunge in un post su Facebook, "oltre ad aver fatto solo danni. La sua preoccupazione oggi come negli ultimi 20 anni non è per l'Italia, ma solo per le sue tv! Il suo tentativo di cercare ancora visibilità è ridicolo e va compatito".