Tingide del pero – Stephanitis pyri (F.)

Classificazione e piante ospiti

Classe: Insetti
Ordine: Rincoti
Sottordine: Eterotteri
Famiglia: Tingidi
Genere: Stephanitis
Specie: S. pyri (F.)

Piante ospiti: Pero, Melo, Rosacee ornamentali (Crataegus, Cotoneaster), Drupacee ed altre.

Identificazione e danno

La Stephanitis pyri è un piccolo insetto i cui adulti misu­rano circa 3-3,3 mm di lunghezza; presentano il corpo scuro, appiattito e con due tipiche espansioni a semicerchio del pronoto. Questo, insieme alle ali anteriori trasparenti e distese orizzontalmente sul corpo, presenta una tipica fitta reticolatura che suddivide ali ed espansioni protoraciche in cellette di forma poligonale. Le ali sono più espanse del corpo. Questo Tingide assomiglia molto al Tingide del Platano (Corythucha ciliata); da esso differisce per le tonalità più scure ed intense delle ali.
Le neanidi sono attere e di colore scuro.
Questi insetti colonizzano, in tutti gli stadi, la pagina fogliare inferiore; questa si presenta punteggiata di nero per le punture da ovideposizione. Le femmine, infatti, ovidepongono nel mesofillo fogliare, lasciando all’esterno una porzione dell’uovo che ricoprono con escrementi di colore nerastro.
Inoltre, nella pagina inferiore sono presenti anche i residui dell’attività metabolica dell’insetto, quali le esuvie biancastre delle diverse mute.
Infine, sulle foglie infestate sono ben evidenti le forme mobili: adulti e neanidi che stazionano nella pagina inferiore. Il danno è determinato da adulti e neanidi che pungendo le foglie e svuotandone il mesofillo provocano la comparsa, sulla pagina superiore, di punteggiature giallo-argentee; queste punteggiature spesso confluiscono in ampie aree, centrate specialmente vicino alle nervature princi­pali. In caso di attacco intenso si può determinare il coinvolgimento di tutta la foglia che necrotizza.
Inoltre le punture da ovideposizione e gli abbondanti escrementi che le ricoprono svolgono un’azione asfissiante che, insieme ai danni da punture trofiche, può determinare filloptosi anticipate.

Ciclo biologico

La Stephanitis pyri sverna allo stadio di adulto negli anfratti della scorza o in diversi altri ripari che offre il frutteto, come la vegetazione secca alla base delle piante.
In primavera gli adulti riprendono l’attività molto presto, verso la prima o seconda decade di aprile; le femmine iniziano ad ovideporre da fine aprile-inizi di maggio sulla nuova vegetazione. Da queste uova origina la 1a generazione che si compie tra maggio e giugno. Alla prima generazione seguono:

  • una 2a generazione: in piena estate, tra giugno e luglio;
  • una 3a generazione: a fine estate, agosto;
  • in alcuni ambienti si può avere anche una 4a genera­zione verso la fine estate-inizi autunno.

La Stephanitis pyri compie, pertanto, 3 o 4 generazioni all’anno.

Lotta

La lotta contro questo Tingide è di tipo chimico

Tingide delle ericacee – Stephanitis takeyai

Il nome corretto di quest’insetto è Stephanitis takeyai, un insetto di piccolissime dimensioni (pochi mm) e di colore bruno-nerastro. Sverna come adulto, protetto nella pagina inferiore delle foglie, sia quelle cadute a terra che quelle ancora attaccate alla pianta (le ericacee sono specie sempreverdi): in primavera depone le uova e dà l’avvio a nuove generazioni di insetti (compie in genere un paio di generazioni all’anno). Come tanti insetti dannosi per le nostre piante, la “tingide delle ericacee” è giunta dal Giappone, e da oltre un ventennio vive anche nei nostri giardini, dove crea notevoli danni su piante ornamentali quali le azalee e altre specie ericacee (rododendro, skimmia, pieris …). I danni che compie quest’insetto sono soprattutto di tipo estetico. La tingide succhia la linfa dalle foglie delle piante, andando ad indebolirle e a rovinarne l’aspetto: le piante colpite presentano le foglie sbiadite, con la lamina decolorata; anche i boccioli vengono rovinati e danno origine a fiori piccoli e deformati se non cadono addirittura prematuramente, così come le foglie più rovinate. Sulla pagina inferiore delle foglie si nota la presenza di minuscoli escrementi neri, emessi da questi insetti, che ne imbrattano i tessuti. La pianta colpita va incontro ad un lento deperimento se non si interviene a bloccare la diffusione degli insetti. Si consiglia di intervenire con prodotti sistemici.

Il nostro intervento di disinfestazione si preoccupa di utilizza prodotti professionali PMC di ultima generazione e soprattutto si scelgono diversi insetticidi quindi principi attivi in base al luogo del trattamento e alla sua morfologia, in base al target quindi all’insetto infestante e in base alle esigenze del cliente. Si ricorda dove possibile si opta sempre per trattamenti con prodotti senza alcuna tossicità per persone e animali e senza che ci sia la necessità di abbandono i locali trattati; ma nelle disinfestazioni più complesse (ad es. cimici da letto) che richiedono l’utilizza di macchinari a nebulizzazione ultra fine con saturazione completa dell’ambiente infestato, è necessario che il cliente dopo la fine dell’intervento faccia ritorno in casa non prima delle 4 ore con un successivo arieggiamento dei locali trattati potendo dopo tale periodo tornare alla vita quotidiana.

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