La Lega rivendica il sindaco. Il Pd difende il soldato Petrarcone

Vertice del centrodestra: la Lega rivendica il sindaco. Forza Italia lascia fare. Ma ha già 5 liste per andare senza Carroccio. Nel Pd parte l'operazione per aggregare il centrosinistra intorno a Petrarcone. Oggi il vertice. Gli errori di Fardelli

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il candidato sindaco del centrodestra a Cassino lo indicherà la Lega. Ma al momento il nome non lo ha sotto mano. Lo ha stabilito il tavolo che si è riunito martedì sera, intorno al quale c’erano Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Democrazia Cristiana, Scarpone. Ma gli alleati in realtà erano solo due: quel tavolo ha detto con chiarezza che il patto tra FI e FdI non è valido solo per le Provinciali. E la Lega al momento parla da sola.

Lega: ora tocca a noi

Il tavolo ha fissato due principi. Il primo: la delimitazione dell’alleanza. Si parte dal centrodestra per aprirsi poi alle Civiche. Non il contrario: la politica deve avere il primato. Il secondo: deve esserci discontinuità nel metodo di governo, non dovrà essere replicato lo schema utilizzato da Carlo Maria D’Alessandro. Tutti d’accordo. Almeno in apparenza.

La Lega ha posto una pregiudiziale. Ha ufficializzato la sua richiesta di esprimere il candidato sindaco di Cassino. Basando la richiesta su un dato incontrovertibile: i candidati sindaco di Anagni, Ferentino e Fiuggi per il centrodestra sono stati indicati da Forza Italia. Quello di Cassino allora lo indica la Lega.

L’asse non è solo provinciale

Tra Forza Italia e Fratelli d’Italia esiste un asse per le elezioni Provinciali: presenteranno la lista insieme. (leggi qui Provinciali, via alle liste. Ecco il patto Fi – FdI. A Latina già 5 schieramenti). Mario Abbruzzese fa capire che quel patto non si limita al rinnovo dell’amministrazione di Piazza Gramsci. E in attesa che la Lega porti un nome sul tavolo, presenta un’ipotesi: Fabio Marino di Fratelli d’Italia.

Viene chiesto alla Lega se sia vero che il nome sul quale il Carroccio intende puntare è quello dell’imprenditore Costantino Simone. Persona che – viene fatto notare da Forza Italia – non ha alcuna particolare attinenza politica ed amministrativa con il territorio, se non la vicinanza personale con l’onorevole Francesca Gerardi.

Cinque liste a uno

L’impressione è che Forza Italia si sia seduta sulla sponda del fiume e stia aspettando che passi il cadavere della Lega. Il Partito di Mario Abbruzzese ha già pronta la sua lista, alla quale si aggiunge quella di Fratelli d’Italia. Può contare su quella dell’Udc, in forza dell’alleanza che a livello nazionale ha portato Lorenzo Cesa alla candidatura nel collegio sud dato da Forza Italia. In più, sono pronte due liste civiche. Cinque in tutto.

La Lega rischia di dare ordini a se stessa, in splendido isolamento. Soprattutto se spera di trasformare il valore politico nazionale in capacità di aggregazione locale. Sono due cose diverse.

Salvate il soldato Petrarcone

La grande operazione di aggregazione del Centrosinistra intorno al nome di Giuseppe Golini Petrarcone come candidato sindaco di Cassino inizia mercoledì sera. Il nome scelto dal Partito Democratico (leggi qui Petrarcone sindaco, Grieco vice, Maccaro assessore: ecco il Patto x Cassino) deve superare sera l’esame della coalizione.

Il segretario cittadino del Pd Marino Fardelli ha invitato al tavolo tutti i Partiti che storicamente hanno formato l’alleanza con il centrosinistra, i movimenti, le liste civiche. Un solo assente: il vice presidente della Provincia Massimiliano Mignanelli.

Prima tappa a Marino

Bisogna partire da qui se si vuole capire cosa sta accadendo, chi sta con chi, che partita stanno giocando i singoli personaggi.

Indicando Peppino Petrarcone come candidato del Pd, in apparenza Marino Fardelli ha spaccato il Partito; ha perso l’ala che fa riferimento a Francesco Mosillo ed ha dovuto subire la scissione dei fedelissimi dell’ex sindaco da Enzo Salera a Danilo Grossi.

Non è stata una mossa avventata. Marino Fardelli lunedì sera indicando il candidato ha evitato di farsi logorare per il prossimo mese e di arrivare a ridosso delle urne indebolito da un compromesso raggiunto all’ultimo momento. È riuscito nell’impresa di convincere Peppino Petrarcone a rinunciare al suo modus governandi, facendolo impegnare ufficialmente a coinvolgere le forze alle quali finora era rimasto impermeabile. (leggi qui Il Pd oggi lancia il candidato. Il miracolo di Fardelli: convincere Petrarcone a essere solo Peppino) Da qui nasce l’appello a Sarah Grieco e Luigi Maccaro per costruire insieme un progetto ampio di rinascita della città. (leggi qui Petrarcone sindaco, Grieco vice, Maccaro assessore: ecco il Patto x Cassino)

Il Risiko di Mosillo

Ma perché allora proprio i fedelissimi gli hanno voltato le spalle? Come mai lo storico avversario Francesco Mosillo ha detto no nonostante sia stata designata come vice sindaco Sarah Grieco che è sempre stata considerata in sintonia con i suoi progetti?

Per comprendere l’intera partita è necessario conoscere alcuni passaggi. Il primo: Francesco Mosillo è stato il console di Francesco De Angelis a Cassino. Il secondo: Marino Fardelli alcuni mesi fa ha aderito alla componente Pensare Democratico di De Angelis, entrando nel recinto che fino a quel momento era pascolo esclusivo di Mosillo.

Ora: il documento Patto x Cassino presentato da Peppino Petrarcone lunedì sera ha come conseguenza l’isolamento politico di Mosillo. Perché mette in rampa di lancio come candidato sindaco il suo rivale storico, lo priva di Sarah Grieco che è la donna con il maggiore tasso di creatività ed inventiva politica nel gruppo.

Rompere l’accerchiamento

Mettendo in luce una genialità tattica non comune, Francesco Mosillo ha rotto l’isolamento. E colpito al cuore il fronte di Petrarcone. In che modo? Ha fatto sapere di essere pronto a convergere su una candidatura unitaria. Ed ha posto come condizione che quel candidato venisse individuato con le Primarie.

Non è dato sapere chi abbia presentato la proposta ma sta di fatto che all’improvviso ai fedelissimi di Petrarcone viene fatto sapere che Mosillo sarebbe disposto a convergere su Enzo Salera, pretoriano di Peppino e suo ex ministro delle Finanze.

La sera prima della riunione in cui Petrarcone viene designato candidato del Pd c’è una riunione nello studio da commercialista di Enzo Salera. E qui i fedelissimi chiedono a Petrarcone di fare un sacrificio: accettare le primarie e consentire così a Mosillo di rientrare.

Se c’è Francesco Mosillo dietro una manovra del genere è un genio della tattica politica: ha spezzato l’assedio ed in una mossa sola ha ribaltato il fronte.

Gli errori al tavolo di oggi

Al tavolo di oggi sul quale verificare la possibilità di convergenza sul nome del candidato sindaco schierato dal Pd, Marino Fardelli ha commesso alcuni errori.

L’errore non è avere escluso Massimiliano Mignanelli. Nonostante sia il vice presidente della Provincia in un governo provinciale di centrosinistra, Mignanelli sta costruendo il suo schieramento in maniera molto trasversale. Fin troppo, dal momento che prevede la presenza di elementi storicamente di centrodestra: la sua matrice politica, visto che proviene da Forza Italia, è stato fino alla fine esponente di Beatrice Lorenzin, già presidente del consiglio Comunale nelle amministrazioni del sindaco PdL Bruno Scittarelli, in Provincia è stato eletto come Indipendente. Proprio per questo motivo finora non ha mai partecipato a nessuno dei tavoli convocati da Fardelli.

Non invitarlo significa solo prendere atto di quanto sopra. Invitarlo significa dargli la possibilità di candidarsi alle primarie di coalizione. Ed alle forze Mosilliane di sostenerlo, dal momento che nelle scorse Comunali hanno corso insieme.

Si vince con i voti. Non con le chiacchiere

L’errore di Marino Fardelli invece è un altro. Alla riunione di oggi ha invitato movimenti e Partiti che non presenteranno la lista: non ne hanno la forza a livello locale.

Il diritto di stare ad un tavolo politico deriva dai voti che si è in grado di mettere in campo. Il resto sono chiacchiere. E le elezioni si vincono con i voti.

A che titolo, rischiare di farsi dettare la linea politica da formazioni che non sono in grado nemmeno di mettere in campo una lista?

Secondo errore. Nicola Zingaretti è il segretario nazionale del Pd e Massimiliano Smeriglio è il suo vice in Regione Lazio, destinato a raccogliere il timone. Le posizioni critiche dell’area Smeriglio sono frutto di una strategia politica concordata con il segretario nazionale Dem? O nessuno dei due è informato su quanto sta accadendo a Cassino?