Forza Italia, le candidature alle Provinciali come un congresso

Piacentini rassicura gli uscenti: non mi farò imporre veti da nessuno. E dice: bisogna fare strategie dettagliate tra i vari Comuni per poter eleggere quante più persone possibili

Il suo telefono è già diventato incandescente: dai Comuni di tutta la provincia vogliono sapere se potranno essere candidati a gennaio. Come aspiranti consiglieri provinciali. Adriano Piacentini, coordinatore provinciale degli “azzurri”, risponde a tutti allo stesso modo: «Valuteremo insieme, ma è chiaro che dobbiamo unire le forze, le strategie e i voti ponderati per cercare di eleggere quanti più rappresentanti possibile».

 

C’è poi il nodo degli uscenti. Danilo Magliocchetti, consigliere comunale di Frosinone, ha fatto due mandati, ma questo significa fino ad un certo punto. Dipenderà da come si incastreranno le “caselle” nei vari equilibri. Rossella Chiusaroli, consigliere comunale di Cassino, teme il veto di Mario Abbruzzese, ma su questo punto proprio Piacentini è il garante che tutti saranno valutati allo stesso modo.

E assicura che lui, responsabile politico provinciale, non si farà imporre veti da nessuno. Specialmente adesso che ha un filo diretto con il vicepresidente nazionale Antonio Tajani e con il coordinatore regionale, il senatore Claudio Fazzone. Specialmente adesso che proprio Tajani sta rilanciando il Partito,  in previsione delle elezioni europee, che si svolgeranno qualche mese dopo le provinciali.

 

L’altro consigliere provinciale uscente è Anselmo Rotondo, sindaco di Pontecorvo. L’analisi di Piacentini ripartirà dagli uscenti, per poi essere allargata. Ma il coordinatore provinciale non ha intenzione di farsi dettare la linea da nessuno.

Quella delle candidature (12 in tutto) alle provinciali rappresenterà forse l’ennesimo capitolo della guerra fredda con Mario Abbruzzese, ma anche una sorta di prova del nove. Fra l’altro sarà un appuntamento contestuale alla scelta del candidato alla presidenza della Provincia e dunque risentirà delle dinamiche con gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia.

 

Certo è che le provinciali rappresentano una sorta di analisi politica privilegiata all’interno di un partito, perché danno il senso degli equilibri tra i big sulla base dei voti degli amministratori.

Una specie di congresso in un momento in cui nessuno celebra i congressi.

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