Piano Territoriale, scintille in Regione tra Pd e M5S

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Scintille in Regione Lazio durante l'audizione sul PTPR. Il Pd atroce il naso di fronte ai tecnici convocati. Il M5S ribatte che sia importante sentire chiunque.

Scintille tra Pd e Movimento 5 Stelle in Regione Lazio. Accade nella X Commissione regionale cioè quella che si occupa di Urbanistica. Il Partito Democratico ha storto il naso davanti ai nomi dei delegati tecnici in merito al Piano territoriale Paesistico Regionale. A denunciarlo è M5S Lazio, a margine dell’audizione di oggi.

Nel corso dei lavori presieduti dal consigliere pentastellato Marco Cacciatore, sono stati ascoltati i tecnici delle Province del Lazio (esclusa Roma città metropolitana). Quei tecnici però sono finiti infatti al centro delle contestazioni del Partito Democratico: ritiene che i delegati non siano politicamente rappresentativi delle rispettive istituzioni.

Il presidente Cacciatore non hai accettato le critiche. Ed ha ribadito «in qualità di presidente di Commissione che spetti ai vertici dei vari enti convocati, stabilire se partecipare in prima persona o se delegare tecnici e funzionari». Ha sostenuto che «come prassi e per rispetto istituzionale è mio compito e dovere audire tutti e non si può storcere il naso o rifiutare chi non ci aggrada».

Ha ricordato poi che ascoltare le figure tecniche non rappresenta alcun impedimento al fine di approvare il Piano territoriale Paesistico. In pratica il documento che individua le grandi suddivisioni del territorio come montagna, collina, pianura, costa (suddivisioni di tipo fisiografico). Ma anche le suddivisioni come agricolo, boschivo, delle acque, insediativo (sistemi tematici) e le componenti biologichegeomorfologiche o insediative fondamentali per le fasi di crescita e di trasformazione della struttura territoriale regionale.

Il Movimento 5 Stelle ha invitato il Pd non mettere i bastoni tra le ruote. «Anche perché, viene da pensare – spiega Gaia Pernarella, membro in Commissione e consigliere M5S – che la reale volontà degli ‘zingarettiani’ sia quella di accampare scuse e trovare pretesti per ostacolare l’iter del piano in commissione».

Per il M5S sia in presenza di «un dejavù della scorsa legislatura in cui si è deciso di abusare dello strumento della proroga pur di non prendere posizione ed assumersi le responsabilità di dire cosa si possa fare e cosa no sul territorio regionale».