Con Zingaretti i padri nobili dell’Ulivo. Bersani: «Cerchiamo l’intesa»

Romano Prodi e Walter Veltroni si schierano per il dialogo della sinistra con Nicola Zingaretti. Rossi risponde si, Bersani prova a tessere. Cgil: con Zingaretti buone relazioni

Il primo era stato ieri il capogruppo alla Camera dei Deputati Ettore Rosato. Con una sua dichiarazione aveva invitato Liberi e Uguali ad un accordo per le Regionali nel Lazio ed in Lombardia (leggi qui Zingaretti, arrivano i Socialisti. Appello di Rosato: «Niente nemici a sinistra»).

Oggi è sono scesi in campo i padri nobili del Pd, i fondatori: Romano Prodi e Walter Veltroni. Lo hanno fatto con due distinte interviste: una a Repubblica e l’altra a La Stampa. Hanno lanciato un chiaro appello per l’unità della sinistra alle prossime Regionali.

 

I PADRI NOBILI

Romano Prodi auspica che «Le forze del centrosinistra recuperino il buon senso e si mettano insieme per le elezioni Regionali e anche per quelle Nazionali“.

Esprime preoccupazione perché «non vedo prevalere quello spirito di coalizione che è sempre indispensabile per vincere una competizione elettorale. Quello spirito è fondamentale per le elezioni regionali, ma lo è anche per il voto nazionale».

Il padre dell’Ulivo chiede un colpo di buon senso.

 Un tema sul quale si innesta Walter Veltroni, secondo il quale «Sarebbe un vero delitto presentarsi divisi in due regioni fondamentali per il Paese“.

IL FIGLIOL FUGGITO

A rispondere a quei messaggi è Pier Luigi Bersani.

«Stiamo lavorando. Proviamo a trovare un’intesa» detta ai cronisti di Montecitorio.

L’ex ministro però mette le mani avanti: «No ad un’ammucchiata solo per battere il centrodestra». Ma conferma che si sta lavorando per trovare un’intesa nel Centrosinistra.

«Noi però dobbiamo avere un’idea di sinistra di governo» ha spiegato, lasciando capire che la convergenza sul nome di Nicola Zingaretti è piu’ facile rispetto a quella su Giorgio Gori in Lombardia.

«Serve una proposta chiara di sinistra di governo, alternativa alla destra – ha ribadito – altrimenti i cittadini non ce li portiamo a votare».

 

NO A GORI, NI A ZINGARETTI

Sulla stessa lunghezza d’onda di Bersani c’è il governatore della Toscana Enrico Rossi. Che mette da parte la liturgia del linguaggio politico e sulla sua bacheca Facebook scrive: «Nel Lazio non sostenere Zingaretti, un uomo di sinistra, è un errore perché dobbiamo impedire che la Regione passi a Gasparri».

Una timida apertura sembra arrivare anche dall’ala più massimalista: «Si vince sulla discontinuità e non sul frontismo» dichiara Paolo Cento, responsabile Enti Locali di Sinistra Italiana. Aggiunge che «Il confronto su questi temi nel Lazio deve essere vero e se serve anche ruvido, prima di arrivare ad una decisione».

Nel linguaggio della Sinistra rappresenta un’apertura d’una linea di credito. Nello stesso tempo, infatti, la chiusura su Giri in Lombardia è totale.

 

CGIL, UNITA’ È UN DOVERE

A favore del dialogo a sinistra scende in campo la Cgil.

In vista delle elezioni regionali, Liberi e Uguali «deve tentare un alleanza con il Pd perchè da qui passa la rifondazione di una sinistra che deve prescindere dall’attuale gruppo dirigente del Pd “ma non da un elettorato democratico e progressista che non capirebbe una nostra scelta di indifferenza sull’esito delle elezioni regionali“. E’ l’appello che è stato rivolto a Pietro Grasso da un gruppo di dirigenti della Cgil, tra cui alcuni segretari nazionali ed ex segretari generali di categoria, che ha guardato «con molta attenzione alla nascita di Liberi e Uguali». 

Nel pomeriggio c’era stato già l’intervento di Susanna Camusso, segretario generale nazionale della Cgil. «È compito delle forze politiche individuare il candidato. Ci piacerebbe che nella valutazione avessero un peso le buone relazioni avute con il sindacato a Bergamo come nel Lazio con Zingaretti».

Anche Fillea, la sezione della Cgil che si occupa del settore Costruzioni, ha preso posizione

«Nel Lazio abbiamo avuto molte  discussioni con la Regione, ma abbiamo siglato anche importanti  accordi e intese: dal protocollo appalti alla programmazione di nuove  opere alla stessa accelerazione della spese per infrastrutture» dice il segretario generale Alessandro Genovesi.