Elezioni Politiche 2018
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Attualità

Gennaro Piccolo: "Per chi votano i focolarini?"

Riflessioni a cura del referente del Centro Igino Giordani

A pochi giorni dalle elezioni politiche, ritorna con interessanti proposte di riflessione il referente del Centro Igino Giordani, Gennaro Piccolo: «Non è una novità che in tempo pre-elettorale ci si senta chiedere: quale partito appoggi? Quale candidato preferisci? Insomma, per chi voti? A me è capitato - con più insistenza - in particolare dopo la pubblicazione di alcune riflessioni sul "Valore, significato e Bellezza del voto".

Non posso certo essere io ad assumere il compito di dare esplicite indicazioni su chi votare, ma... ahimè, - certamente anche a motivo della mia 55nnale adesione al Movimento dei Focolari - , queste domande ("Per chi votano i focolarini"? "Il Movimento dei Focolari è conservatore o progressista? E' di destra o di sinistra?"), mi coinvolgono, si sono fatte ancor più serie e impegnative, e richiedono delle risposte altrettanto serie e impegnative.

Ma chi è abilitato a rispondere? Non ci sono dubbi: in primo luogo è l'attuale Presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce (Emmaus), come mi suggerisce il mio amico Marco Fatuzzo, protagonista dal 1994 al 1998 di una bella ed entusiasmante stagione come sindaco di Siracusa, e che dal 2008 al 2013 è stato Presidente del Centro internazionale del Movimento politico per l'Unità, diramazione in ambito socio-politico del Movimento dei Focolari (www.mppu.org), (www.focolare.org) al quale sono ricorso per avere lumi.

La risposta è altrettanto esplicita e non dà adito ad interpretazioni dietrologiche: "Siamo sempre alla ricerca della nostra identità, in un continuo divenire. Ma di sicuro vogliamo essere un popolo del Vangelo, con una conseguente radicalità. In questo orizzonte vitale, destra o sinistra, progressisti o conservatori mi sembrano categorie decisamente parziali. Se siamo un popolo del Vangelo, questo ci spinge a cercare in un conservatore qualcosa di buono da mettere in luce; così altrettanto troveremo in un progressista. Non per questo saremo conservatori o progressisti. Cercheremo con l'uno o con l'altro di costruire qualcosa di valido, una relazione che valga la pena di essere vissuta con tutti, al di là di qualsiasi definizione".

Potrebbe bastare. Ma per rafforzare il suo pensiero, Maria Voce ricorda agli intervistatori come il Movimento dei Focolari "non solo nato dal Vangelo, ma che continua a nascere dal Vangelo e a vivere di Vangelo come suo stile, come sua caratteristica>>, questo fa <
E dunque? Sarebbe davvero improprio voler "incasellare" politicamente un Movimento internazionale, ecumenico ed interreligioso, aperto al dialogo e all'accoglienza delle altre culture, in una posizione "di parte" (un partito, uno schieramento) in una particolare nazione (l'Italia) in cui è presente ed opera. Vorrebbe dire snaturarne l'identità universale ed inclusiva che promana dal suo carisma: l'ut unum sint, "che tutti siano uno".

Qualcuno tornerà ad insistere: si, va bene, siete una realtà complessa e plurale. Ma alla fine, anche voi andrete alle urne. Volete dirci per chi voteranno alle prossime elezioni i "focolarini" in Italia? Semplice. Essendo cittadini come tutti gli altri, faranno uso del discernimento personale e comunitario, esaminando i progetti e valutando i programmi, comparandoli; passeranno al setaccio le liste alla ricerca della prevalenza di candidati affidabili e dalle storie personali trasparenti, cui affidare i destini del Paese.

Alla fine, alcuni sceglieranno di votare liste di destra; altri liste di centro; altri ancora liste di sinistra. Senza scandalizzare alcuno, per questo. Non solo - è accaduto in passato e non è escluso che torni ad accadere alle prossime elezioni - , che vi siano anche candidati, che appartengono al Movimento, presenti in liste diverse e contrapposte. A titolo strettamente personale e senza minimamente impegnare il Movimento in quanto tale. Ciò non provocherà turbamenti o fratture all'interno delle comunità, che rimangono un cuor solo ed un'anima sola per il reciproco amore di cui giorno per giorno si nutrono.

Diaspora e non divisione, che è altra cosa. La prima (dià-spéirein=seminare qua e là) ricorda il destino del lievito nella massa e del sale della terra, che è proprio di essere sparsi qua e là; mentre la divisione (che richiama il diàbolos=colui che divide), disgiunge persone che erano unite e costituivano un insieme unico, provocando lacerazioni e ferite difficili da sanare. Proprio l'esatto contrario dell'amore vicendevole.

Carissime amiche e amici. Quanto sopra per partecipazione e dono con la fiducia che aiuti tanti nel trovare le giuste coordinate per un discernimento personale e comunitario per un approccio consapevole al voto improntato ad un sereno confronto, illuminato dalla categoria della fraternità».
  • centro igino giordani
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