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Benevento – La decisione di chiudere il ponte San Nicola a tutto il traffico veicolare ha scatenato numerose reazioni. Tra queste c’è la nota stampa divulgata da Fratelli d’Italia che pubblichiamo di seguito: 

“La precauzione è l’altra faccia della medaglia della responsabilità nell’azione amministrativa. Se è giusto essere cauti e prudenti, ciò va ancorato a criteri che evitino le decisioni gravino sulla collettività per mera discrezionalità. Tale principio viene, a livello europeo, definito come “criterio di gestione del rischio in condizioni di incertezza scientifica circa possibili effetti dannosi ipoteticamente collegati a determinate attività”. Cioè, in termini semplici, se non vi è certezza tecnico scientifica sulla sicurezza di determinate attività, è giusto applicare il principio di precauzione.

Non sappiamo qual è il contenuto della relazione del capo dell’ufficio tecnico, ing. Perlingieri, relativamente alla necessità di chiudere il Ponte di San Nicola. Certamente la ordinanza di chiusura pone degli interrogativi. Che cosa è cambiato rispetto alla riapertura dello stesso viadotto, due anni fa, allorquando si annunciò che non vi fossero problemi che ne impedissero la riapertura?

Poichè non possiamo pensare che prevalgano, nell’azione del Comune di Benevento, pulsioni scaramantiche (il ponte porta la firma dello stesso ingegnere Morandi del ponte di Genova e il sopralluogo è stato effettuato di venerdì 17), dobbiamo ritenere due cose: la prima, come ha riferito il Sindaco Mastella in maniera ufficiosa nel suo blog, è che la chiusura è stata una misura prudenziale anche a seguito delle recenti scosse di terremoto (e quindi non c’entra niente nè Genova, nè il povero Morandi, grande ingegnere italiano evidentemente colpito più che dalla damnatio memoriae, dalla damnatio manutentionis); se così fosse, tuttavia, dovrebbe porsi il problema relativamente anche agli altri ponti cittadini, nonchè alle altre strutture pubbliche (scuole, edifici, etc…) e non ci sembra sia questo il caso; oppure, la decisione di aprire il ponte nel 2016, con grande strombazzamento di efficienza amministrativa, è stata una decisione quanto meno avventata, sulla quale i recenti fatti di cronaca nazionale hanno riproposto il problema della sua fragilità strutturale (e, di conseguenza, amministrativa).

Nell’uno e nell’altro caso, fermo restando che è vero che è meglio prevenire che curare, come ha affermato il sindaco, sarà onere dell’amministrazione, dopo aver compiuto tutte le necessarie verifiche, comunicare ai cittadini, in forma ufficiale, se tra il provvedimento di apertura del 2016 e quello di chiusura del 2018 si sia posto effettivamente un problema di sicurezza sismica o se si sia trattata di prudenza postuma rispetto al provvedimento di riapertura del 2016. Naturalmente, se fosse un problema sismico, sarà necessario certificarlo con una perizia ad hoc. Se così non fosse, la prudenza postuma è l’esatto contrario della prevenzione. E della responsabilità amministrativa”.