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Benevento – L’Umanità e l’innovazione possono convivere? Sulla risposta a questa domanda ha incentrato il suo intervento Padre Paolo Benanti, docente di Teologia morale e bioetica alla Pontificia Università Gregoriana, nel corso del quinto incontro della dodicesima edizione di “Cives – Laboratorio di formazione al bene comune”, che ha trattato il tema: “L’intelligenza artificiale ci renderà più liberi?”. 

Questo pomeriggio il tradizionale incontro nel salone della biblioteca arcivescovile “Francesco Pacca” si è dunque occupato di materie di straordinaria e anche drammatica attualità che interrogano l’uomo in questo terzo millennio e la sua capacità di tenere vivi alcuni valori etici fondanti dello stesso suo vivere. Il docente di Teologia ha relazionato sulla bioetica, robo-etica e su come ci si debba interfacciare con l’intelligenza artificiale. 
 
L’incontro si inseriva peraltro nell’ambito del percorso formativo “Ingegneri liberi e forti” promosso dall’Ordine degli Ingegneri di Benevento e l’Ordine degli Ingegneri di Avellino. Padre Benanti ha rimarcato come il bisogno tecnologico dipenda dall’interesse dell’uomo a migliorare la propria condizione e trovare la soluzione a problemi che appaiono insormontabili. Rispetto a questo conflitto tra il bisogno e il tentativo di superarne cause e condizioni, Padre Benanti ha voluto chiarire un concetto: “La professione non richiede solo competenze tecniche ma anche un alto profilo umano. Come ci insegna la storia tutti gli artefatti tecnologici conoscono un duplice utilizzo. Pensiamo a cosa ha fatto Nobel nel momento in cui ha stabilizzato la nitroglicerina e inventato la dinamite”. Ma per il docente Benanti l’uso spropositato della tecnologia non è sempre un bene: “La tecnologia cambia inevitabilmente le relazioni tra le persone e questa è una parte fondamentale della società in cui la Chiesa è particolarmente coinvolta in quanto porta un suo messaggio come la dottrina sociale, l’impegno dei fedeli per la carità”. 

Il dibattito è stato moderato da Ettore Rossi, direttore diocesano dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro. Rossi ha sottolineato come l’uso della tecnologia può limitare la libertà degli uomini.