- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Il boato è stato fortissimo e ha scosso l’alba del centro storico di Napoli. Un ordigno fatto esplodere davanti un garage e un negozio di articoli sacri che ha parzialmente distrutto l’ingresso. Ma non è finita lì: la raffica di colpi di pistola in aria.

Un doppio messaggio secondo le forze del’ordine: il primo per chi non vuole pagare il pizzo e il secondo per i nemici della camorra. I colpi di pistola avevano l’obiettivo di terrorizzare quanti erano in vico Santissimi Filippo e Giacomo, nel cuore dei Decumani, a poche decine di metri da Cappella San Severo, uno dei musei più visitati di Napoli. È una lotta molto feroce quella tra le due cosche che si contendono il territorio dei Decumani. Il primo clan è quello dei Giuliano, che però non ha nessuno degli appartenenti con tale cognome, bensì uomini e ragazzini vicini alla cosca poi nel tempo decimata dagli arresti.

Loro si sono riuniti, dopo una breve scissione, con i Sibillo che abitano proprio ai Decumani, a pochi passi da dove è avvenuto lo scoppio e l’atto intimidatorio. Le due cosche sono strette in un patto con i Contini, il gruppo che ha base all’Arenaccia ma mette da sempre le mani nel centro grazie a forniture di droga e uomini per attentati. I tre gruppi criminali sono in combutta con i Mazzarella, gli uomini che arrivano da piazza Mercato e da sempre puntano al controllo della vecchia Forcella, quella ricca di attività commerciali e piazze di droga.