L’Ape musicale

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17 luglio - 27 agosto 2018

42° Festival di Musica antica di Innsbruck

Nel 2018 il Festival di Musica antica di Innsbruck coinvolge il proprio pubblico in un viaggio attraverso costruttori di strumenti con alta reputazione, artisti d’eccezione, divinità ed eroi famosi nonché compositori di fama leggendaria. Stabilendo una connessione tra cinque secoli di universi musicali, esso presenta ciascuno di loro sotto una nuova luce.

Dove finisce un mondo operistico, un altro ha il suo principio

Nel Festival 2018 sono rappresentati tre mondi operistici: gli albori dell’opera veneziana, l’apogeo dell’opera napoletana e il suo gran finale nell’età romantica.

Il direttore artistico Alessandro De Marchi dirigerà Didone abbandonata di Saverio Mercadante, la prima opera proto-ottocentesca a essere allestita nell’àmbito del Festival. Essa appartiene all’epoca di Rossini, Donizetti e Bellini, quando il belcanto era al proprio culmine. De Marchi spiega che «le idee musicali di questo periodo dell’opera italiana arrivano a pieno effetto solo in spettacoli storicamente informati», nei quali «puoi sentire dove finisce un mondo operistico e un altro ha il suo principio». Didone abbandonata sarà portata in scena da uno tra i registi più famosi del nostro tempo, Jürgen Flimm: direttore artistico del Festival di Salisburgo dal 2006 al 2010, nel 2010 ha assunto la direzione della Staatsoper Unter den Linden di Berlino. Il giovane soprano lituano Viktorija Miškūnaitė interpreterà Didone, mentre la complessa parte di Enea sarà cantata en travesti dal mezzosoprano austriaco Katrin Wundsam.

Secondo il concertatore e musicologo Claudio Osele, la serenata La Semele o sia La richiesta fatale di Johann Adolf Hasse è «un’avvincente composizione da camera». Fu rappresentata per la prima volta a Napoli nel 1726, presumibilmente con il coinvolgimento del famoso castrato Farinelli. Le serenate erano solitamente caratterizzate da un più snello organico strumentale e non implicavano il ricorso ad abbondanti mezzi scenotecnici. A Innsbruck i cantanti si esibiranno in costume ma senza corredo scenico, in una produzione di Georg Quander. La parte protagonistica sarà interpretata da un astro nascente nel firmamento canoro: il soprano italiano Francesca Aspromonte; le altre due parti, di rilievo non minore, saranno tenute da altrettante cantanti di prim’ordine, Roberta Invernizzi e Sonia Prina.

Nell’appuntamento del 2018 con l’opera barocca, è la giovinezza a portarci indietro nel tempo fino agli albori dell’opera veneziana: Gliamori di Apollo e di Dafne di Francesco Cavalli è considerato un capolavoro di quel genere. Al contrario di ciò che si osserva nei suoi ultimi lavori, il giovane Cavalli non si era ancora imbrigliato a osservare regole e vincoli stilistici nell’opera e nelle sue strutture. Godeva invece di libertà artistica, componendo episodi drammatici con continuità di transizione tra recitativi e arie, e tra realtà e illusione. Il mondo barocco delle ombre, dei sogni e dell’oscurità ha ispirato la regista Alessandra Premoli a organizzare un gioco d’ombre nel cortile della Facoltà di Teologia. Tutte le parti saranno cantate da giovani artisti esordienti, scelti tra coloro che hanno partecipato, lo scorso anno, all’ultima edizione del concorso di canto intitolato a Pietro Antonio Cesti. La parte di Dafne spetterà al soprano Sara-Maria Saalmann, che quattro anni fa ha già entusiasmato il pubblico del Festival di Innsbruck nell’opera Almira.

Il mondo degli archi

I concerti nelle suggestive cornici del Castello di Ambras e del Palazzo imperiale sono un punto ineludibile in tutte le stagioni del Festival. Il liutaio Jacobus Stainer, che nacque all’incirca 400 anni fa, occupa una posizione importante nel programma del 2018. I suoi strumenti ad arco furono per lungo tempo ancora più apprezzati di quelli di Stradivari, e la qualità unica del loro suono è ancora oggi oggetto di venerazione. Musiche dell’età di Stainer ricorrono più volte nel programma del 2018, per esempio attraverso compositori che possedevano violini di questo liutaio (Bach, Corelli) o che lo conoscevano di persona (Biber). Anna Fusek, l’ensemble Armoniosa, l’Accademia Ottoboni, Leila Schayegh e l’Ensemble Daedalus, che appaiono tutti nel Festival 2018, sono indiscussi punti di riferimento nell’imbracciare i rispettivi strumenti. La focalizzazione su Stainer avrà il proprio culmine nel concerto “Das goldene Zeitalter” (L’età dell’oro); in esso tutti i membri del gruppo svizzero casalQuartett suoneranno su strumenti originali staineriani. Il Festival dedica l’apertura dei concerti nel Castello di Ambras a un maestro contemporaneo della costruzione di strumenti musicali: Rudolf Tutz, cittadino di Innsbruck, scomparso nel 2017; nel ricordarlo, amici intimi come il flautista Barthold Kuijken e Linde Brunmayr-Tutz si esibiranno nella Sala spagnola, adottando esclusivamente suoi strumenti.

Gli albori di una nuova generazione

L’estate 2018 porrà sotto i riflettori una nuova generazione di interpreti per la musica antica: giovani musicisti, carichi di entusiasmo, vincitori del concorso Cesti, con carriere in continuo progresso, conquistano ora il palcoscenico del Festival. Emőke Baráth canterà arie ispirate all’Arcadia, terra dei sogni, nella Sala spagnola, accompagnata dall’arpista tirolese Margret Köll. Suzanne Jerosme e Eric Jurenas presenteranno stupende canzoni melancoliche nella Cappella di S. Nicola, mentre il mezzosoprano francese Lea Desandre si esibirà insieme con lo straordinario ensemble Jupiter nella splendida Sala dei Giganti del Palazzo imperiale. I talentuosi musicisti di Haller Streicherey sono ancora una volta i più giovani ospiti del Festival: nella serata “Concerto grosso”, il complesso tirolese, storicamente informato, incontra un complesso di fama internazionale qual è l’Ensemble Diderot, sotto la direzione del violinista barocco altoatesino Johannes Pramsohler.

Il mondo della musica sacra

L’inaugurazione della sezione del Festival dedicata alla musica sacra, con sede nella Collegiata di Stams, è affidata al talento dello specialista barocco Diego Fasolis. Nel concerto “Introitus” egli rinnoverà la propria devozione al Palestrina mediante il di lui Missarum liber primus; con lui, l’eccellente Coro della Radiotelevisione Svizzera e l’ensemble I Barocchisti.

Dopo la brillante esecuzione del San Giovanni battista di Stradella nella scorsa edizione del Festival, quest’anno Alessandro De Marchi si concentrerà, nella Cattedrale di S. Giacomo, sulla sfida tra Davide e Golia, presentando l’oratorio Davidis pugna et victoria di Alessandro Scarlatti. De Marchi si affida a un coro e a un’orchestra a pieno organico, nonché a solisti affermati, tra i quali emerge Arianna Vendittelli nei panni di Davide e Luigi De Donato in quelli di Golia.

All’appuntamento “Open Mind” del Festival, un evento speciale attende gli spettatori avidi di nuove scoperte: nella Chiesa dei Gesuiti sarà eseguita la Misa criolla, composta negli scorsi anni ‘60 e reputato un lavoro tra i più popolari nella tradizione cristiana. A Innsbruck, il musicista argentino Eduardo Egüez e il suo ensemble La Chimera affiancheranno la Misa criolla con la musica antica concepita nelle comunità gesuitiche dell’America latina, rinnovandone i ritmi e le trascinanti melodie.

Il Festival di Innsbruck continua a muoversi

Il Festival di Musica antica si svolge non solo nelle sale storiche e nelle chiese, ma anche nei parchi, nelle strade e nelle piazze pubbliche di Innsbruck. Concerti all’ora di pranzo nei giardini imperiali, laboratori creativi e concerti per bambini, tutti gratuiti, rendono facile trovare la propria strada nel mondo della musica antica. Il Concerto Mobile costituisce una novità nell’assetto del Festival: chi è interessato può ascoltare le vivaci danze popolari del periodo barocco in uno storico tram del servizio di trasporto pubblico di Innsbruck.

Elias Kern – Ufficio Stampa

(traduzione del comunicato a cura di Francesco Lora)


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