Fiat 127 Sport: le piccole crescono

Correva l’anno 1978 quado la Casa torinese presentò la versione “cattiva” della 127. Si riconosceva immediatamente per la sua caratterizzazione estetica grintosa, mentre sotto il cofano pulsava un 4 cilindri di 1.050 cc per 70 CV

Il 1971 segna una svolta nel mondo delle “piccole”: la Fiat presenta la 127 che, con la trazione anteriore, la linea a due volumi disegnata da Pio Manzù e il motore di 903 cc, rivoluziona il concetto di utilitaria da famiglia. Il successo che ben presto ottenne il nuovo modello portava a pensare che ne sarebbe stata derivata una versione sportiva, magari un coupé, come era stato fatto per la 850. E invece niente: la variante “cattiva” si concretizzò solo nel settembre 1978, anno in cui, messi da parte i timori post-crisi energetica, la Fiat ricominciò a mettere nuovamente del pepe nelle proprie vetture.

Allestimento sportivo

1/4

La nuova 127 Sport 70 HP non era però una sportiva intesa nel senso tradizionale del termine. Non era, infatti, un coupé e nemmeno una cabriolet o una spider: si poteva definirla più legittimamente un “allestimento sportivo” della berlina.

Nella sua concezione, questa Sport rispecchiava le nuove tendenze che si erano diffuse all’estero. Andava di moda derivare, da vetture popolari di grande diffusione, una versione caratterizzata in modo vistoso e con prestazioni intonate alla brillantezza e al piacere di guidare. Ci si era resi conto che questa strategia, oltre a catturare nuovi clienti, aveva un positivo effetto di traino sulla vendita delle versioni base del modello.

Da noi, invece, queste “derivate sportive” incontravano qualche resistenza, basti pensare che esse incidevano per meno del 4% del totale della domanda nel relativo segmento, contro all’incirca il 20% all’estero. E’ anche vero che la Fiat non si era del tutto estraniata da questa realtà: l’aveva però seguita indirettamente, lasciando alla sola Autobianchi (con la A 112 Abarth), una volta tramontata la 128 Rally, il compito di dare una risposta efficace. Ora, però, lo sbilanciamento nei confronti dei concorrenti stranieri (la Golf GTI qualcosa aveva insegnato) rischiava di diventare eccessivo, specie dopo l’ingresso nel mercato della Renault 5 Alpine.

La risposta del Lingotto, per quanto tardiva, fu all’altezza delle attese. La 127 Sport fu apprezzata per il complesso di qualità che soddisfacevano pienamente le esigenze dei clienti.

Dettagli racing

1/4

La caratterizzazione estetica ne dichiarava in modo inequivocabile la vocazione: spoiler anteriore e posteriore, cerchi di nuova foggia con gomme ribassate, calandra nera dall’aggressivo disegno a quadretti verniciati di grigio, con targhetta 70 HP collocata in basso a sinistra. E colori di carrozzeria decisi: nero o arancione, con una filettatura lungo la fiancata posta poco al di sotto della linea di cintura, o, in alternativa, un più “tranquillizzante” grigio chiaro metallizzato a disposizione dei clienti più “riservati”. Il tocco finale era lo stemma Fiat circolare coronato d’alloro su fondo rosso, come nella 131 Abarth, utile a chiarire che non era conveniente sottovalutarne la grinta.

L’interno non poteva che ribadire i concetti espressi dalla finizione della carrozzeria: colore nero per la selleria con cadenini arancione (azzurri nel caso di carrozzeria grigio metallizzato), volante sportivo a due razze, sedili con appoggiatesta incorporato, strumentazione completa di contagiri, orologio, termometro acqua e manometro olio.

L’interno non poteva che ribadire i concetti espressi dalla finizione della carrozzeria: colore nero per la selleria con cadenini arancione (azzurri nel caso di carrozzeria grigio metallizzato), volante sportivo a due razze, sedili con appoggiatesta incorporato, strumentazione completa di contagiri, orologio, termometro acqua e manometro olio.

1/6

Albero a camme spinto e doppio corpo

1/3

Il motore era l’evoluzione del quattro cilindri in linea di 1.049 cm3, detto “Brasile”, della 127 1050 CL. Dagli iniziali 50 CV a 5.600 giri di era passati a 70 CV a 6.500, con un aumento di coppia motrice da 7,9 kgm a 3.000 giri a 8,5 kgm a 4.500, che su di un peso di soli 775 kg, le conferivano una notevole brillantezza. Questi incrementi erano stati ottenuti modificando la fasatura dell’albero a camme e i condotti di aspirazione e di scarico, aumentando il rapporto di compressione, adottando un carburatore a doppio corpo e valvole di maggiore diametro. Anche la capacità della coppa dell’olio motore era stata aumentata, per garantire una migliore lubrificazione.

Il potenziamento del motore aveva comportato ulteriori interventi per meglio adattare la vettura all’aumento delle prestazioni. Nella 127 Sport ci sono così cerchi ruota più larghi di mezzo pollice, pneumatici di sezione maggiorata, una barra antirollio all’avantreno più rigida, nuove pinze dei freni (mutuate dalla 128) e un servofreno. La trasmissione non aveva subito interventi, fatta eccezione per un rapporto finale più corto per garantire una ripresa più efficace. Anche lo sterzo era il medesimo della berlina base: una minore demoltiplicazione sarebbe forse stata gradita ai più sportivi, ma anche così com’era, il comando rappresentava comunque un buon compromesso tra le esigenze legate al normale uso di tutti i giorni e quelle proprie della guida sportiva.

Su strada: un buon compromesso tra sport e comfort

1/2

Ma come si comportava la 127 Sport su strada? La Fiat aveva inteso sì rispondere alle nuove tendenze, ma aveva voluto nello stesso tempo dare agli appassionati un’auto che potesse essere utilizzata anche da una famiglia. In questo senso la 127 Sport 70 HP metteva d’accordo sport e comfort. L’assetto, per esempio, pur irrigidito rispetto alle versioni base, è ancora sufficientemente morbido per far viaggiare bene i passeggeri.

Il comportamento è tendenzialmente sottosterzante, specie in accelerazione all’uscita dalle curve. La Sport conserva la tendenza della 127 base ad andare, in rilascio o in frenata, molto in appoggio sulle ruote anteriori, scaricando il retrotreno che, in presenza di sconnessioni dell’asfalto, può scivolare verso l’esterno. Non è difficile, sapendo come fare, riprenderla. Le reazioni sono progressive e il controllo della vettura è agevole data la buona maneggevolezza. Ottima la frenata: potente, equilibrata e ben ripartita sui due assi. Anche dopo essere stati sollecitati, in caso di guida veloce, i freni non manifestano fenomeni di “fading”. E il consumo? Dipende dal tipo di guida. Alle velocità autostradali, o nella guida di tutti i giorni, è allineato a quello della 1050 CL. Aumenta inevitabilmente se si sfrutta la meccanica, ma senza mai raggiungere valori preoccupanti.

Qualche curiosità

Nel dicembre 1978 il prezzo d’acquisto della Fiat 127 Sport 70 HP era di £ 4.673.000, Iva compresa. Questa cifra corrispondeva a circa 10-12 mensilità di un impiegato medio.

La tassa di circolazione (bollo) costava annualmente £ 21.700.

La dotazione di serie era completa. C’erano: il volante sportivo, il lunotto termico, i cristalli atermici, gli appoggiatesta, i sedili reclinabili, il tergi-lavalunotto, le cinture di sicurezza, i fari alogeni, il tergicristallo a due velocità con intermittenza, l’orologio, i cristalli posteriori apribili a compasso e la predisposizione per l’autoradio.

A richiesta rimaneva la sola vernice metallizzata.

La 127 Sport montava inoltre il parabrezza di tipo stratificato, utile dotazione di sicurezza in anni in cui altre vetture, più costose, non ne erano dotate.

Scheda tecnica

Motore

Tipo: 127 A1.000, Numero cilindri e disposizione: anteriore trasversale, 4 cilindri in linea, monoblocco in ghisa e testata in lega leggera, Cilindrata (cm3): 1049, Alesaggio (mm): 76, Corsa (mm): 57,8, Velocità media del pistone (m/sec): 12,52 a 6500’, Rapporto di compressione: 9,8 : 1, Potenza massima (CV- DIN- giri/min): 70 – 6.500Coppia massima (kgm-DIN – giri/min): 8,5 – 4.500

Indice d’elasticità (DIN): 1,59, Distribuzione: monoalbero a camme in testa mosso da cinghia dentata, valvole in testa, Alimentazione: un carburatore doppio corpo invertito Weber DMTR 47/350, pompa carburante meccanica, starter manuale, Accensione: bobina e spinterogeno, Candele: Marelli CW 7 LPR, oppure Champion RN 9 Y, oppure Bosch WR 7 D oppure Fiat 1 L 4 JR, Lubrificazione: a pressione con pompa ad ingranaggi, filtro olio a cartuccia, Capacità circuito olio: litri 4,4 (filtro incluso), Raffreddamento: ad acqua forzata mediante pompa centrifuga, termostato, vaschetta di espansione, elettroventilatore ad innesto automatico, capacità circuito 5,5, litri, Impianto elettrico: a 12 Volt, alternatore da 45 Ah, Batteria: 12 V-34 Ah

Trasmissione

Trazione: anteriore, Frizione: Monodisco a secco a comando meccanico, Cambio: a 4 marce sincronizzate + R.M. , Rapporti al cambio: 1^ 3,91:1 – 2^ ^ 2,055:1 – 3^ 1,348:1 - 4^ 0,963:1 – RM 3,615:1, Differenziale e rapporto finale: coppia cilindrica elicoidale, 13/58 (4,462:1), Cerchi: 4,5” J x 13”, Pneumatici: 155/70 SR 13 oppure 135 SR 13

Corpo vettura

Tipo telaio: a scocca portante in acciaio, Tipo carrozzeria: berlina a tre porte, due volumi, 5 posti

Sospensione anteriore: a ruote indipendenti, schema Mc Pherson, bracci trasversali oscillanti, molle elicoidali, barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici telescopici, Sospensione posteriore: a ruote indipendenti, bracci triangolari trasversali oscillanti, balestra trasversale, barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici telescopici, Freni: ant. a disco; post. a tamburo, doppio circuito frenante, freno di stazionamento e soccorso sui tamburi posteriori, servofreno a depressione “Idrovac”, limitatore di frenata al retrotreno, Sterzo: a cremagliera, Capacità serbatoio carburante (litri): 30

Dimensioni e peso

Passo(mm): 2225, Carreggiata ant.: 1288, Carreggiata post.: 1303, Lunghezza (mm): 3645, Larghezza (mm): 1536, Altezza (mm): 1358, Peso (kg): 775 in ordine di marcia

Prestazioni dichiarate dal Costruttore

Velocità massima: 160 km/h

© RIPRODUZIONE RISERVATA