domenica 15 aprile 2018
Inaugurata la biblioteca comunale. I 1.500 libri sono stati donati da Solesino, comune padovano. Il sindaco: luogo simbolo per fare cultura
Casal di Principe, la biblioteca nell'aula consiliare del Comune

Casal di Principe, la biblioteca nell'aula consiliare del Comune

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Il riscatto di Casal di Principe è anche una bella biblioteca di 1.500 libri, la collaborazione di un comune veneto e il desiderio di una bambina che si realizza. Ieri è stata inaugurata la biblioteca comunale "Il Grillo parlante", la prima nel paese del clan dei "casalesi" che sempre più vuole essere il paese dei veri casalesi. E che ci sta riuscendo.

La biblioteca è stata realizzata nella sala consiliare del municipio, luogo dove nel passato si approvavano provvedimenti a favore della camorra (il comune è stato sciolto ben tre volte per condizionamento mafioso), da oggi luogo aperto ai cittadini in nome della cultura. «Abbiamo scelto la sala consiliare – spiega il sindaco Renato Natale –, perché c’è lo spazio per poterlo fare e poi perché è significativo stare all’interno del luogo dove si decidono le sorti del paese e lì fare anche cultura. Noi in campagna elettorale abbiamo detto che la casa comunale doveva essere aperta a tutti. E lo abbiamo fatto».

Oltretutto la sala consiliare è intitolata a don Peppe Diana come ricordano le tante foto sulle pareti del parroco ucciso il 19 marzo 1994. L’idea è nata un anno fa e si è realizzata grazie al sostegno del comune di Solesino, piccolo paese del Padovano. «Ci hanno regalato i libri – ricorda il sindaco –: dal Nord non arrivano solo i rifiuti tossici, ma anche la cultura e questo è il modo migliore per ripagarci di quei veleni». Così è stato possibile mantenere una promessa. Un anno fa i professori della scuola media invitarono gli studenti a fare delle proposte per migliorare il paese.

«Mi colpì tantissimo – ricorda Renato Natale – una ragazzina di 12 anni che chiedeva soltanto di poter avere un luogo dove studiare da sola o con gli amici». Ieri è stata proprio la ragazzina a tagliare il nastro della biblioteca. «È un segno di rinascita ma anche di normalità – ci tiene a sottolineare il sindaco, esponente del mondo dell’antimafia sociale e amico di don Diana –. Una biblioteca comunale in altri territori è quasi una cosa banale, da queste parti diventa invece un’azione quasi rivoluzionaria. Il nostro è un popolo che ha riguadagnato la propria dignità e che con la cultura mira ad un riscatto di una terra che merita rispetto».

E lo si vede dall’interesse e dalla partecipazione della gente. Oltre ai libri donati dal comune veneto, se ne aggiungeranno altri recuperati nell’archivio comunale di Casal di Principe e poi quelli che tanti cittadini stanno donando, evidentemente contenti per l’iniziativa. Ma la biblioteca potrà essere utilizzata anche da chi vuole solo venire a studiare. Qui sotto gli occhi di don Peppe.

«Per ora – spiega Natale – sarà aperta solo negli orati comunali ma l’intenzione è di renderla fruibile per tutta la giornata. A gestirla saranno i giovani del Servizio civile che hanno già provveduto alla catalogazione dei libri, ma siamo intenzionati a trovare una vera bibliotecaria». Ma non ci si intende fermare qui, come annuncia il primo cittadino. «Con un software dedicato vogliamo mettere in rete tutte le biblioteche della zona come quelle di Casa don Diana dedicata ai temi dell’antimafia, del Santuario della Madonna di Briano guidato da don Paolo Dell’Aversana e della parrocchia del Santissimo Salvatore di Casal guidata da don Carlo Aversano. Faremo il consorzio delle biblioteche, proprio come in Veneto. Ma noi nella memoria di don Peppe». Infatti anche questi tre luoghi sono legati al ricordo del parroco e del movimento di resistenza alla camorra. Casa don Diana è una villa confiscata a un boss, il santuario è sede della Scuola di pace e da anni ospita ne iniziative dell’antimafia sociale, don Carlo è uno dei parroci della forania di Casal di Principe che nel Natale 1991 firmarono il famoso documento "In nome del mio popolo non tacerò". La memoria che si fa impegno. Un altro segnale della Casal di Principe che sta cambiando.

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