lunedì 21 maggio 2018
Chiuso l'accordo tra M5s e Lega per formare il nuovo esecutivo, con il docente universitario in pole come presidente del Consiglio
Di Maio e Salvini indicano Giuseppe Conte come premier
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Luigi Di Maio e Matteo Salvini al Colle per chiudere il cerchio sulla trattativa e dare vita al nuovo governo giallo-verde. I due leader sono accompagnati dalle delegazioni di partito, composte per i Cinque stelle dai capigruppo di Senato e Camera Danilo Toninelli e Giulia Grillo. Mentre per la Lega affiancano il segretario Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti. «Credo che oggi possiamo dire che siamo di fronte a un momento storico. Abbiamo indicato il nome al presidente della Repubblica che può portare avanti il contratto di governo», afferma il leader di M5s al termine del colloquio con il capo dello Stato. «Nel contratto di governo - aggiunge Di Maio - ci sono le Cinque stelle, i 20 punti indicati in campagna elettorale e tante soluzioni alle sofferenze degli italiani, dal reddito di cittadinanza alla legge Fornero, a più spazi di bilancio in Europa, dalla lotta al gioco d'azzardo, al superamento della buona scuola, alla sanità, con la meritocrazia per chi è a capo degli ospedali. Ci sono le grandi battaglie storiche del M5s, come l'acqua pubblica». Rivolto agli osservatori internazionali, nella giornata in cui lo spread tra decennali italiani e tedeschi ha toccato quota 181 punti, il leader pentastellato ha detto: «Prima fateci partire poi criticate». «Giuseppe Conte sarà un premier politico di un governo politico, indicato da due forze politiche, con figure politiche al proprio interno. E soprattutto con il sostegno di due forze politiche votate. No ai cambi di casacca, no a persone che vengono dal gruppo Misto e che entrano in altri gruppi. Non era questo lo spirito che volevamo dare al governo». Lo ha detto Di Maio all'esterno del Quirinale dopo il suo colloquio con Mattarella per la formazione del nuovo governo.

Salvini: chiuso l'accordo con M5s
«Abbiamo fatto il nome al presidente e abbiamo ben chiara la squadra e il progetto di Paese. Siamo vogliosi di partire per far crescere l'economia del Paese». Lo afferma Matteo Salvini leader della Lega, al termine del colloquio con Mattarella. «Noi leggiamo con interesse e stupore dichiarazioni che arrivano da ministri e commissari che non hanno nulla di cui preoccuparsi: il governo che vogliamo formare vuole far crescere l'Italia e aumentare il lavoro, renderlo più stabile, e riportare le aziende in Italia», aggiunge Salvini. «Senza un lavoro stabile - continua il segretario del Carroccio - non c'è prospettiva, famiglia, figli. Non è possibile che il 20% degli italiani usi psicofarmaci, spesso per mancanza di speranza fiducia, prospettive. Contiamo di lasciare ai nostri figli un Paese migliore, con un maggiore indice di sicurezza. Il debito pubblico italiano cinque anni fa era inferiore di 300 miliardi di euro. Nessuno ha niente da temere dalle nostre politiche economiche. Puntiamo a far crescere l'economia italiana per ridurre il debito a fronte di politiche fallimentari». «Abbiamo consegnato il nostro destino e quello del Paese a Mattarella. Noi siamo pronti per questa bellissima avventura che si basa su radici solide, non c'è niente di campato per aria, guardiamo avanti», conclude Salvini.

L'accordo, a cascata, è molto avanzato anche sulla squadra dei ministri. Favoritissimo Giampaolo Massolo agli Esteri mentre Luigi Di Maio e Matteo Salvini sarebbero diretti il primo al ministero dello Sviluppo Economico-Lavoro (il M5s ha proposto l'unione dei due dicasteri) e il secondo all'Interno. Ancora aperti i nodi relativi all'Economia - a cui punta il M5s- e alla Difesa, alla quale invece punta la Lega.

Chi è Giuseppe Conte. Legalità e semplificazione le parole d'ordine
Nato a Volturara Appula (Foggia), 54 anni, sposato e separato, un figlio di dieci anni, Conte vive a Roma, dove è titolare di un grande studio legale. Insegna a Firenze diritto privato. Nel suo curriculum una laurea in Giurisprudenza all'Università di Roma, una sfilza di master e perfezionamenti in giro per il mondo (Yale, Vienna, Sorbona, New York). Nel 1988 (anno della laurea), era già stato inserito nella commissione di Palazzo Chigi per la riforma del Codice civile. Non si contano le collaborazioni con riviste giuridiche, Università straniere, i libri e gli articoli pubblicati. Legalità e semplificazione sono le parole d'ordine come

rimarcato nel discorso di "investitura" a ministro ombra dei 5 stelle, aperto citando le «specifiche prerogative» affidate dalla Costituzione al presidente della Repubblica nella formazione del governo. In premessa ricorda il «concetto di etica pubblica», Stefano Rodotà, e l'articolo 54 della Costituzione che indica per chi ha funzioni pubbliche «il dovere di adempierle con disciplina e onore». Combattere «l'ipertrofia normativa» che «penalizza gli onesti» e chi rispetta «le regole è il primo punto che metteva allora in cima al suo programma», insieme alla necessità di «semplificare al massimo tutti i passaggi burocratici». Idee molto precise Conte le ha elaborate anche in materia di giustizia amministrativa, raccontate a un convegno sulla giustizia organizzato a inizio 2017 dal Movimento 5 Stelle, nel corso del quale evidenziava, tra l'altro, la necessità di superare un "privilegio del potere esecutivo forse dei tempi andati", quello di designare i componenti del Consiglio di Stato: «Si diceva che consentiva di inserire i grand commis dello Stato e dare valore aggiunto», ma «più che una riserva dello Stato rischiano di costituire la riserva del governo in carica». Per Conte «autonomia e indipendenza», della magistratura ma non solo, sono «valori fondanti».

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