sabato 4 agosto 2018
Il vertice Incontro a Palazzo Chigi con il premier, Di Maio, Giorgetti, Savona e Moavero Conte: abbiamo deciso la programmazione economico-finanziaria che presenteremo nel prossimo mese di settembre
Il ministro Giovanni Tria (Ansa)

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Circa due ore di confronto tra i ministri competenti del governo giallo-verde per definire le politiche economico-finanziarie. Alla fine il ministro dell’Economia Giovanni Tria esprime «soddisfazione» per l’accordo sulle linee del quadro programmatico proposte, che – si legge in una nota – «confermano la compatibilità tra gli obiettivi di bilancio già illustrati in Parlamento e l’avvio delle riforme contenute nel programma di governo in tema di flat tax e reddito di cittadinanza».

Oltre al titolare di via XX Settembre, il premier Giuseppe Conte convoca anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega), il vicepremier Luigi Di Maio (M5s), i ministri degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e per gli Affari europei Paolo Savona. E mentre a Palazzo Chigi si svolge la cabina di regia, lo spread va in altalena. Il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, dopo un’apertura in rialzo a 255 punti, schizza a oltre 270 punti (picco massimo dall’8 giugno), per poi chiudere a 251. Non è un bel segnale: sui titoli di Stato italiani si rafforzano le vendite e sugli equivalenti tedeschi crescono invece gli acquisti. Il quadro è reso incerto anche dalla congiuntura economica meno favorevole del previsto. Il Pil nel secondo trimestre cresce di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali dopo il +0,3% del primo. Anche l’Istat avverte che prosegue «l’attuale fase di contenimento dei ritmi di crescita economica».

«Abbiamo deciso la programmazione economico-finanziaria che presenteremo nel prossimo mese di settembre – fa sapere Conte –. Abbiamo operato una ricognizione dei vari progetti di riforma che consentiranno all’Italia di avviare un più robusto e stabile processo di crescita economica e di sviluppo sociale, rendendosi più competitiva sul mercato globale. Abbiamo esaminato i mutamenti del quadro macro- economico e le condizioni del bilancio a legislazione invariata».

L’alternativa, sempre sgradita al mercato, è che il governo vari un bilancio in contrasto con le norme europee e apra un conflitto con la Commissione Ue. Tuttavia Salvini esclude scenari di crisi e conferma che la legge di Bilancio conterrà «primi passi su flat tax, smontaggio della legge Fornero e stralcio delle cartelle esattoriali». «Abbiamo un’economia salda. Tanti investitori esteri non vedono l’ora di investire da noi», dice il leader della Lega, assente al vertice di Palazzo Chigi. E rispondendo a una domanda del Foglio, sull’aumento dello spread di 100 punti in due mesi e sull’euro aggiunge: «C’è sfiducia, ci sta. Il cambiamento genera dubbi. In questo momento c’è l’euro, e io ragiono con la moneta che c’è. Ma fortunatamente in questo mondo, tranne la morte, tutto è reversibile».

Tria conferma l’intenzione di aumentare il deficit del 2019, visto nel Def di aprile allo 0,8% del Pil in termini tendenziali, senza rivedere in peggio il saldo strutturale, calcolato al netto del ciclo e delle una tantum. Il governo potrebbe alzare il deficit/Pil 2019 all’1,3 o all’1,4%. Ma nella maggioranza e nel governo c’è anche chi spinge per obiettivi più ambiziosi. Savona propone di negoziare con l’Ue margini in bilancio sufficienti a finanziare 50 miliardi di euro di investimenti pubblici. Il Def stima un Pil a +1,5% nel 2018 e a +1,4% nel 2019, contro rispettivamente l’1,2% e l’1% indicati dal Fondo monetario internazionale il 16 luglio. In ballo ci sarebbero 22 miliardi di euro (ma si potrebbe arrivare fino a 26, dicono fonti della maggioranza) divisi fra Iva (12,4 miliardi), spese obbligatorie (almeno 3,5), spesa aggiuntiva per interessi (4 miliardi) e ricadute sul deficit della minore crescita (2,5 miliardi). Si tratta di 1,2 punti di Pil, che senza contromisure porterebbero quindi il deficit 2019 al 2%. C’è poi da tenere in considerazione proprio la variabile spread, il cui aumento pesa sul costo di finanziamento del debito italiano. L’esecutivo aggiornerà quadro macro e obiettivi di bilancio a fine settembre. Mentre la manovra sarà presentata a Parlamento e Commissione Europea a ottobre.

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