sabato 2 marzo 2019
Le celebrazioni in terra egiziana con il cardinale Leonardo Sandri. La firma del Documento sulla fratellanza ad Abu Dhabi, tappa di quel percorso di dialogo tra religioni
Ottocento anni fa il santo di Assisi incontrò il sultano. Le celebrazioni in terra egiziana con Sandri La firma del Documento sulla fratellanza negli Emirati Arabi Uniti «tappa miliare di questo percorso»

Ottocento anni fa il santo di Assisi incontrò il sultano. Le celebrazioni in terra egiziana con Sandri La firma del Documento sulla fratellanza negli Emirati Arabi Uniti «tappa miliare di questo percorso»

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Due segni profetici distanti 800 anni. Sono il viaggio che san Francesco d’Assisi compì in Egitto nel 1219 per incontrare il sultano Al-Malik al-Kamel e la firma della Dichiarazione sulla fratellanza sottoscritta da papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib lo scorso febbraio durante il viaggio apostolico negli Emirati Arabi Uniti.

Otto secoli durante i quali i rapporti tra cristiani e musulmani hanno vissuto fasi critiche e solo da poche decine di anni si è intrapreso un cammino di confronto e dialogo. E proprio quel viaggio «profetico » del Poverello di Assisi in terra africana viene celebrato in questi giorni in Egitto e alle celebrazioni il Papa ha voluto mandare come proprio inviato speciale il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. Il cardinale si trova in Egitto già da alcuni giorni per un viaggio complesso e diviso in più tappe, l’ultima delle quali (da ieri a domani) proprio in coincidenza con le celebrazioni per gli ottocento anni dell’incontro tra san Francesco e il sultano. E papa Francesco, in una lettera indirizzata l’altro giorno al cardinale Sandri, ha sottolineato come il santo di Assisi sia stato «uomo di pace che esortava i suoi frati a salutare le persone come chiesta da Gesù: 'Il Signore ti dia la pace'».

La visita del cardinale Sandri in Egitto

E «desiderava portare a tutti gli uomini, con animo lieto e ardente la notizia dell’amore ineffabile del Dio onnipotente e misericordioso ». Un desiderio che lo portò a intraprendere - partendo da Ancona - il viaggio per incontrate il sultano a Damietta, a nord de Il Cairo in un momento nel quale tra cristiani e musulmani a parlare erano soprattutto le armi. Un gesto, quello di san Francesco, che colpì molto il sultano che, vedendo l’ammirevole fervore di spirito e la virtù dell’uomo di Dio, lo ascoltò volentieri». Ottocento anni dopo il Papa nella lettera al cardinale Sandri auspica che «nessuno ceda alla tentazione della violenza, soprattutto sotto qualche pretesto religioso, ma piuttosto che si realizzino progetti di dialogo, di riconciliazione e di cooperazione ».

Un invito, quello di papa Francesco, che risuona in un paese - l’Egitto - dove la violenza ha sparso anche di recente sangue cristiano. Lo ha ricordato lo stesso cardinale Sandri nella prima parte del suo viaggio in Egitto, visitando dallo scorso 25 febbraio le eparchie copto-cattoliche dell’Alto Egitto, nelle località di Minia, Assiut, Sohag e Luxor. «La violenza cieca e la barbarie omicida hanno suscitato sdegno dentro e fuori i confini del Medio Oriente» ha detto Sandri, sottolineando la necessità di andare oltre a sdegno, condanna e solidarietà, «camminando insieme, accogliendosi e rispettandosi e insegnando a tutti di fare altrettanto ». In questo cammino per il prefetto della Congregazione delle Chiese orientali, si inserisce la firma del Documento sulla fratellanza agli inizi dello scorso febbraio negli Emirati Arabi Uniti.

Ad Abu Dhabi «una tappa significativa»

«Un testo da leggere, discutere e conoscere» ha invitato Sandri, definendo il documento come «una pietra miliare che segna il cammino: si enumerano le fatiche, le reciproche incomprensioni lungo i secoli, le violenze perpetrate profanando il santo nome di Dio, ma si decide di intraprendere una strada diversa, di sognare un orizzonte diverso che doni pace e riconciliazione al mondo intero, a iniziare dai più poveri e sofferenti». Del resto il documento sottoscritto da papa Francesco e dal grande imam al-Tayyib affronta «temi significativi», come il concetto di cittadinanza piena - «superando quindi da un lato l’idea di minoranza e dall’altro la discriminazione dei non islamici da parte dei musulmani (dhimmitudine)» -, il diritto della donna all’istruzione al lavoro e all’esercizio dei propri diritti politici; la protezione dei luoghi di culto, la libertà come diritto di ogni persona. Un documento che il prefetto Sandri ha voluto ricordare anche in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra della Cattedrale di Luxor, sottolineando come in Egitto si sono intrapresi sforzi «per mettere al bando ogni forma di violenza e di fondamentalismo religioso » nonché per «la protezione dell’esercizio della libertà di culto».

Nel corso della prima parte del suo viaggio in Egitto, il cardinale Sandri ha avuto anche incontri con autorità musulmane locali, il governatore di Assiut (nel cui distretto è stata collocata un’altra prima pietra di una nuova chiesa che sorgerà in quel territorio), e rappresentati della Chiesa copto-ortodossa. A tutti il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali ha sottolineato come sia venuto il tempo, in cui «pur consapevoli del passato con le sue pagine buie e di dolore, dobbiamo poter girare pagina». Nel suo viaggio in Egitto, Sandri ha fatto tappa anche nel villaggio di Deir Dronka, completamente abitato da famiglie cristiane, come ricorda «l’Osservatore Romano» in una delle sue cronache. Parlando con la comunità locale, il cardinale ha paragonato la presenza dei cristiani al fiume Nilo, le cui acque recano beneficio e fecondità al paesaggio circostante, così come avviene con la presenza dei cristiani in queste terre.

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