martedì 11 settembre 2018
José Rodríguez è stato accusato dell’omicidio di un abitante di Boa Vista e pestato a morte. In città s’è diffuso il panico tra i profughi
Un migrante venezuelano in un campo profughi di Boa Vista, la capitale del Roraima in Brasile, offre il suo lavoro

Un migrante venezuelano in un campo profughi di Boa Vista, la capitale del Roraima in Brasile, offre il suo lavoro

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Il secondo gruppo di 104 venezuelani è partito domenica. Sabato altri 84 avevano fatto il “cammino a ritroso”, attraversando la frontiera brasiliana, per tornare nella patria flagellata dalla crisi. Ad accoglierli, al confine, alcuni bus messi a disposizione dalla Chiesa locale. «Siamo fuggiti per sopravvivere e ora torniamo indietro per la stessa ragione», hanno detto i profughi.

A scatenare la paura fra i migranti venezuelani in Roraima è stato il linciaggio di José Rodríguez, 21 anni, nella notte tra giovedì e venerdì. Il giovane è stato accusato da alcuni abitanti del quartiere Jardín Floresta di Boa Vista di aver pugnalato il brasiliano Manoel Siqueira de Sousa, 35 anni, che l’aveva denunciato per un furto in un supermercato. Quando il giovane è tornato a casa, questi ultimi hanno cominciato a gridargli assassino. Una folla l’ha aggredito e colpito fino alla morte.

A Jardín Floresta, dove vivono in condizioni precarie circa 250 migranti, s’è diffuso il panico. L’omicidio di Rodríguez è avvenuto a due settimana da una serie di attacchi razzisti contro i venezuelani. Dal 2017, quasi 160mila venezuelani sono entrati in Brasile dal Roraima. Più della metà ha lasciato il Paese. Altri 50mila si sono recati in altri Stati del Gigante latinoamericano. Nello Stato amazzonico, già di per se molto povero, sono rimasti in 30mila. A Boa Vista, i migranti sono il 10 per cento della popolazione. La concentrazione dei profughi in una regione marginale, con poche risorse, ha creato tensioni sociali. Se una parte della popolazione si è mobilitata per accogliere, addirittura nelle proprie case, i nuovi arrivati, altri accusano i migranti di «saturare i servizi, delinquere e rubare il lavoro ». Il programma di ricollocamento sul territorio nazionale procede a rilento: finora sono stati trasferiti solo 1507 migranti.

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