venerdì 25 maggio 2018
Visita all'Istituto comprensivo di Roma intitolato alla piccola Elisa morta di leucemia. Bergoglio ha portato alcuni libri per la biblioteca scolastica
Papa Francesco a scuola con i bambini di periferia
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Nuovo “Venerdì della misericordia” di papa Francesco. Ieri pomeriggio si è recato in visita all’Istituto comprensivo “Elisa Scala” di Roma, una scuola statale nella periferia sud-est della Capitale.

Al suo arrivo, il Papa – accompagnato come sempre dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – è stato accolto dalla dirigente scolastica Claudia Gentili , e da centinaia di ragazzi e ragazze che si trovavano nel plesso per svolgere le attività pomeridiane.

Gentili ha avuto modo di raccontare a papa Francesco la storia dell’istituto che dall’ottobre 2015 è ormai legata a quella della famiglia Scala, la cui figlia, l a piccola Elisa , che frequentava la prima media, è venuta a mancare tragicamente a 11 anni per una leucemia fulminante.

Elisa era una bambina molto vivace e determinata e parlava spesso con il papà e la mamma della sua passione per libri e biblioteche. Quando è morta, è stato un desiderio naturale da parte dei genitori proporre alla scuola un progetto per realizzare il suo sogno.

Pochi mesi dopo, nel dicembre 2015, è nata la “Biblioteca di Elisa”. Successivamente papà Giorgio e mamma Maria hanno lanciato l’iniziativa “Dona un libro per Elisa”, rivolta a chiunque volesse contribuire con una piccola donazione di libri. I testi raccolti sono stati migliaia, in diverse lingue, e tutti con una dedica ad Elisa.

Oggi se ne contano più di ventimila, spediti da tutte le regioni d’Italia, dall’Europa e persino dall’Australia. Nel corso della visita il Papa ha incontrato i genitori di Elisa che con commozione gli hanno mostrato i locali della biblioteca. Francesco ha trascorso alcuni minuti con loro e ha donato alcuni volumi alla biblioteca, tutti con una dedica a Elisa. Mentre i ragazzi hanno eseguito alcuni canti per esprimere il clima di festa e di accoglienza suscitato dall’improvvisa visita.

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