Dire addio al cardinale Danneels: chi non si placa e chi ricorda
domenica 17 marzo 2019
Spesso, e opportunamente, nel dibattito pubblico la morte di un protagonista ridimensiona il profilo del «nemico» in quello di un «avversario», introducendo nei necrologi di chi, in vita, si è opposto allo scomparso i chiaroscuri che gli storici, con i loro strumenti, si incaricheranno di approfondire. Questo esercizio, abituale presso l'opinione pubblica, dovrebbe a maggior ragione venire naturale a chi si riferisce al Vangelo. La morte del cardinal Danneels, arcivescovo emerito di Bruxelles ( tinyurl.com/yyoxvfax ), non ha invece placato quei siti e blog che, nella loro militanza radicalmente ostile all'attuale pontificato, si dedicano sistematicamente alla distruzione della reputazione delle figure ecclesiali alle quali papa Francesco attesta la sua maggior stima.
Assegno la palma del post più rozzo, anche per il tenore dei commenti, a quello di “Gloria.tv” ( tinyurl.com/y3teot59 ). Mentre scrollo lo schermo (e il capo) mi viene in mente la lettera pastorale che Danneels firmò per la Pasqua del 1995. Si intitolava “Dire addio. Vivere nella fragilità”. Dei duemila (grosso modo) documenti ecclesiali che ho letto e “cucinato” in tanti anni di professione, ben pochi mi sono rimasti nel cuore e nella mente come questo, nel quale si insegna ai cristiani e alle loro comunità il ministero di condividere i «lutti» di chi ci è prossimo.
Attingo dal sommario de “Il Regno” dell'epoca ( tinyurl.com/yxzhlz25 ) alcune frasi: «In ogni istante della nostra esistenza diciamo addio a qualcuno o a qualcosa. Sotto mille forme diverse. Sono tutte forme di sofferenza: perdere una persona cara, un bambino, una compagna di vita; la sofferenza per aver perso il lavoro, per un fallimento, per la nostra stessa morte che si avvicina inesorabile. La fede prende assolutamente sul serio la sofferenza e la separazione: non ci gira attorno. Mai da sola, ma con Gesù. E con la ferma speranza di trovare dall'altra parte la vita nuova in Dio». La stessa speranza che avrà accompagnato l'anziano cardinale mentre partiva per l'ultimo viaggio.
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