giovedì 1 novembre 2018
Oggi tutti i Santi! Nella Bibbia “Santo” è “solo” Dio, ed è quel Dio che nel suo “Codice di Santità” (Lev. c. 19) comanda esplicitamente agli uomini creati a sua “immagine somigliantissima” «Siate Santi come io sono Santo!» Lì segue una serie tutta sul rapporto col prossimo da amare come tale, appunto riconoscendo in esso, senza eccezioni, la presenza di Dio stesso. La santità dell'uomo si realizza nel riconoscere con i fatti la realtà stessa di Dio: «Ama il prossimo come te stesso»! E Qualcuno aggiungerà ama il prossimo come Io lo ho amato, riconoscimi in esso (Mt. 25). Santità, dunque, e carità fraterna sono la stessa cosa. Ma dopo 20 secoli di Vangelo c'è chi non lo ha ancora capito, e così se leggi che al Sinodo «I giovani chiedono una liturgia fresca, autentica e gioiosa» trovi in rete (30/10) la replica ironica e dura: «Liturgia gioiosa? Prima di tutto deve essere santa»! “Santa” e “non gioiosa”? A loro pare ovvio: «Santa, e quindi memoria del Sacrificio di Cristo che precede la Risurrezione». “Precede”! Come non si sapesse ancora che è risorto, di qui non gioiosa, ma esequiale, solenne, ricca di riti e simboli che loro dichiarano sacri, e innanzitutto – sia chiaro: da decenni sbandierato a ripetizione – “in latino”! E già! Lo dicono da sempre: Vaticano II e riforma liturgica di Paolo VI – in un grazioso testo (17/10) messo fin dal titolo tra i «Falsi (sic! Ndr) santi del nostro tempo» – hanno «devastato» la Chiesa cattolica e romana! Tempi di santità? Sì, ma decidono loro quale sia. Levitico e amore del prossimo? Non c'entrano niente, toni e tempi siano gravi e lontani dalla vita quotidiana. Ma succede che invece – purtroppo per loro – questo è un tempo in cui il vescovo di Roma scrive “Gaudete et exsultate”, e aggiunge nero su bianco che vuole trattare – nientemeno! – della «chiamata alla Santità nel mondo contemporaneo». Proprio così: alla Santità!
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