BALLABIO – Una parrocchiale Beata Vergine Assunta ai più sconosciuta quella presentata la sera della vigilia della patronale ad un attento pubblico dall’ex parroco don Gianbattista Milani con il supporto tecnico di Francesco Pedrazzini e gli intermezzi musicali di Giusy Gualtieri e Franco Zapelli. Ad illustrare i capolavori dell’antica parrocchiale da sempre sotto gli occhi dei fedeli, in una serata di alto livello culturale mai noiosa e ben accompagnata musicalmente, don Giovanni che, come sa fare bene, ha spiegato anche il significato storico e la linea pittorica delle raffigurazioni.
“Il quadro nell’abside sopra l’altare maggiore è chiaramente dedicato a Maria, ma in questa chiesa non è indicato bene quando si è incominciato a onorare il Signore. Si sa invece quando si è iniziato ad onorare il Signore pensando a Maria con questo titolo di ‘Assunta’ che man mano si è formato fino al dogma del 1950. Sappiamo le che le prime parrocchiali di Ballabio non avevano questa titolazione, però già nel 1400 si è sentito il bisogno di portare qui un servizio religioso fisso con dei canonici regolari che erano in Valsassina a Primaluna e a Castello di Lecco da dove venivano a celebrare a Ballabio fino all’avvento di un parroco eletto dai fedeli. L’abside, come gli affreschi principali della nostra chiesa, sono stati eseguiti dai Tagliaferri di Pagnona. I Tagliaferri padre e figlio hanno affrescato tutta la Valsassina in modo encomiabile dal 1866 per oltre un decennio.
“La nostra chiesa è antica – ha proseguito don Milani – ma quella che abbiamo adesso è dovuta ad un parroco don Giuseppe Valsecchi che seppe cogliere il desiderio di rinnovare la chiesa vecchia in stile gotico. I fedeli volevano soprattutto affrescare la volta della nuova parrocchiale. Don Valsecchi è stato capace di fare tutto questo nell’ultimo quarto del ‘700 superando la confusione liturgica dell’epoca”.
Nell’abside c’è la prima delle tre opere dedicate all’Assunta con tutti gli angeli molto ben riuscita. Al centro della volta c’è la Trinità. Attorno ad essa ci sono i quattro evangelisti raffigurati nella loro rappresentazione simbolica. Nella navata è descritto l’Antico Testamento con il sacrificio di Isacco, Mosè e le Tavole della Legge. Quindi i profeti maggiori: Daniele, Ezechiele, Isaia, Geremia, il Giudizio Universale, il Diluvio Universale. Quindi sopra l’ingresso le Virtù Teologali: fede, speranza e carità per arrivare al Trionfo degli Angeli.
Di fianco all’altare centrale è rappresentato il Nuovo Testamento con il quadro sulla destra (guardando l’altare) con L’ultima cena, mentre a sinistra un quadro più recente degli altri raffigura la Risurrezione. Quindi al centro sopra la volta tra i due altari laterali sono raffigurati i 12 apostoli.
Sopra la porta di ingresso della vecchia sacrestia c’è il portale più antico che era posto sopra il portone dell’ingresso della prima chiesa della Beata Vergine risalente al 1500.
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Il video completo della serata
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- Don Giovanni e Francesco Pedrazzini
