M5S. Uno vale uno, ma Salvatore Caiata vale di più

La caciara dei Grillini. Una volta contavano le idee non le persone. E adesso?

I Cinque Stelle avrebbero dovuto pescare voti nell’astensionismo. Almeno così dicevano. “Porteremo alle urne i delusi della politica.” E invece i pentastellati lucani, con la candidatura del presidente del Potenza calcio, spingono nella direzione contraria. Sono proprio loro a fertilizzare il terreno dell’astensionismo.

Il ragionamento è piuttosto banale. “Contano le idee non le persone”, “ il programma al centro di tutto, i candidati sono dei semplici portavoce”. Quante volte abbiamo sentito pronunciare queste parole da esponenti Grillini. Ebbene, anche se ritengo sbagliate queste affermazioni, rimane il fatto che esprimono una caratteristica distintiva del M5S. Se così è, perché ci si è affannati a cercare persone, o meglio personaggi? Contano le idee o i personaggi? La contraddizione, in questa fase preelettorale, è evidente.

Così come è evidente un’altra contraddizione. Ad un certo punto del loro percorso i dirigenti pentastellati si sono auto compiaciuti per “l’apertura alla società civile”. Concetto che contrasta con le fondamenta stesse del Movimento e che dovrebbe appartenere esclusivamente a quei partiti che hanno un’organizzazione strutturata, tecno strutturata, i cui vertici o leader sono politici cosiddetti “di professione”. Per loro potrebbe avere senso parlare di “apertura alla società civile”. I Cinque Stelle, al contrario, sarebbero già società civile: attivisti, militanti, gruppi di discussione, cittadini che scrivono il programma, che cosa sono se non società civile? Non a caso i loro eletti sono “cittadini portavoce”. Che senso ha dunque parlare di apertura alla società civile? Nessuno.

Se però, spostiamo la questione su un ragionamento più politico, o meglio più opportunistico sul piano elettorale, questa apertura ha un senso. Un’apertura, però, che si rivolge a personaggi capaci, secondo Di Maio e gli altri, di attrarre consenso. E se questa capacità esiste, viene facile immaginare che le idee non bastano a prendere voti, ma occorre altro. I vertici Grillini dovrebbero ammetterlo. Non sorprende dunque la candidatura di Caiata. Il personaggio, quindi, viene prima delle idee.

Adesso, tenetevi Caiata, al posto di quel cittadino, ingegnere, insegnante, studente, che ha dato l’anima al Movimento e che non vale i voti del presidente della squadra di calcio. Lo ha deciso Di Maio. Evidentemente quel cittadino non ha avuto l’onore di ospitare Grillo nel suo ristorante a Siena. Evidentemente quel cittadino non fa il gioco di Pittella che così, con la candidatura di Caiata, pensa di fare un terno al lotto, compresa la zappa sui piedi ai Cinque Stelle. Bravi. Uno vale sempre uno, ma Caiata vale di più.

P.s. Insultatemi con garbo.