Antonio Mattia è parente alla lontana di Federico Barbarossa

Il candidato presidente del M5S alla Regione Basilicata ci dica che cosa vuole fare

Ho conosciuto Antonio Mattia quattro anni fa circa. Per caso. Ero stato invitato da alcuni amici a una grigliata nel bosco. Mattia era lì con i suoi due bambini, con un altro gruppo. Un calcio al pallone, poi “avete per caso un cavatappi”?  E così ci siamo presentati e parlato a lungo. Mi raccontò della sua esperienza in Forza Italia, una militanza all’inizio appassionata. Poi le delusioni per le politiche berlusconiane e per i giochi di potere dentro quel partito. L’allontanamento, l’abbandono. Mi è sembrato, allora, un ragazzo idealista, seppure deluso dalla politica, ma non arreso. Era già nei Cinque Stelle che – mi raccontava – rappresentavano la sua idea di politica, lo spazio che mancava alla sua passione militante mai sopita. Mi raccontò delle sue esperienze lavorative, della sua piccola impresa di cui non conoscevo l’esistenza.

Io gli raccontai della mia esperienza nel Pci e poi le delusioni, l’allontanamento, l’abbandono. Le mie battaglie dal ‘77 in poi, nella politica e nel sociale. Ma non ritenevo che i Cinque Stelle potessero rappresentare l’alternativa alla vecchia politica. Cercò di convincermi, non ci riuscì. “Preferisco essere un libero pensatore e pensatore libero, un critico a prescindere, è l’unico modo che conosco al momento per dare un contributo al cambiamento”. E lui: “Pensaci”. Ed io: “Non ci pensare”. Ci salutammo, con una stretta di mano sincera e di reciproca stima. Negli anni successivi non ci siamo più incontrati. Qualche scambio di like su Facebook e niente di più. Più recentemente ho notato, sempre su Fb, il suo apprezzamento all’appello programmatico lanciato da me e da Pietro De Sarlo.

Adesso me lo ritrovo candidato del M5S alla presidenza della Basilicata. La cosa non mi sorprende affatto. Ciò che mi sorprende, invece, è una certa caciara mediatica che, presumo, sarà riservata anche agli altri candidati delle altre forze politiche. E’ accaduto con Carmen Lasorella, appena affacciata sulla scena. Accadrà con altri candidati di altre forze politiche. Future vittime del gossip e dell’insinuazione maligna senza argomenti. “Mattia è parente di…” E’ stato iscritto a quel partito…”  sono argomenti degni del nulla.

Un’altra cosa che non mi sorprende affatto è la polemica interna ai 5S che, tra l’altro, tira in ballo gli stessi “non argomenti” di certa stampa. Autolesionisti di professione.

Mattia potrebbe essere l’uomo che rompe gli schemi, che porta il M5S lucano sui binari della ragione e dell’apertura al mondo associativo e politico che aspira all’alternativa. Almeno me lo auguro. E’ la persona che può mettere a tacere quella frangia di pasdaran che, con le loro stronzate quotidiane, danneggiano ad ogni piè sospinto i tentativi di superamento di questa insopportabile stagione politica. Non sarà facile recuperare i malumori, anche giustificati, di militanti delusi da un Movimento che ha commesso e commette errori. Per quel poco che l’ho conosciuto, Mattia è un moderato, uno che ascolta, che vuole imparare e che impara dagli altri. Soprattutto è umile, la qualcosa di questi tempi è molto rara.

Tuttavia, anche nel mondo associativo, e in altre forze politiche, ci sono persone che potrebbero fare bene per la Basilicata. Non so come queste persone possano incontrarsi e immaginare un fronte comune con i 5S. So che è necessario. Perché il panorama politico è piuttosto frastagliato e nessuno ha la vittoria in tasca.

E dunque a Antonio Mattia non bisogna chiedere quale scuola materna ha frequentato da bambino e chi siano i suoi parenti fino al quinto grado. Bisogna chiedergli che cosa vuole fare, come vuole farlo e con chi vuole farlo. Perché i cittadini non sceglieranno i nuovi amministratori della Basilicata leggendo “Novella 2000”, ma decideranno sulla base di programmi credibili e di persone affidabili. Almeno lo spero.