La Lega cresce, il M5S cala e i media scherzano col fuoco foto

Certa sinistra, anziché trovare ogni giorno il pelo nell’uovo di Toninelli o di Bonafede, dimenticando le travi di Salvini, dovrebbe creare da oggi le condizioni per un dialogo con il M5S

Dopo il 4 marzo, tutti, e dico tutti, i giornaloni, le tv, i “politologi” di Facebook , hanno spinto affinché il M5S provasse a fare un governo. Con il Pd? Non sia mai! Con la Lega? Si può provare. Nuove elezioni? Assolutamente no.

Passano i mesi e scopri che su dieci attacchi contro il Governo, otto sono diretti a colpire, non sempre a ragione, il M5S e due a colpire la Lega. Risultato? La Lega sale nei sondaggi elettorali e il M5S scende. Un gran bell’affare per tutti coloro che si dichiarano di sinistra, o antifascisti, o anti razzisti. Un bell’affare per il Paese che, lentamente ma evidentemente si sta consegnando nelle mani di un’incultura politica pericolosa per il futuro sia dell’Italia che dell’Europa.

Certo, il M5S si merita un’opposizione dura, una critica feroce da destra e da sinistra. E diciamo che si merita pure le pretestuose e quotidiane critiche inutili dei suoi esodati, gli ex per capirci, quelli che esclusi da candidature o da incarichi, sono diventati, nel volgere di una notte, feroci avversari di Di Maio e compagni. Certo, di presunte “cazzate” questi ragazzi al Governo ne hanno fatte e forse continueranno a farle. Hanno avallato scelte leghiste in nome del Patto di Governo e della governabilità. Hanno dato fiato alla demagogia salviniana. Hanno però evitato ben altro: provvedimenti irricevibili sul fronte dell’anti corruzione, sul versante dei condoni e in materia di politica economica e fiscale. Tuttavia, non riescono a frenare l’avanzata leghista grazie, soprattutto, alla campagna mediatica che tollera Salvini e attacca Di Maio. Di manovre mediatiche azzardate come questa è piena la storia del Paese, almeno da “mani pulite” in poi. E sappiamo come è andata a finire.

Certa sinistra, anziché trovare ogni giorno il pelo nell’uovo di Toninelli o di Bonafede, dimenticando le travi di Salvini, dovrebbe creare da oggi le condizioni per un dialogo con il M5S che, si sappia, non è affatto destinato a scomparire. Un dialogo che sarà necessario sia in vista delle elezioni europee che in vista delle future elezioni politiche italiane. Qualcuno a sinistra l’ha capito ma non trova sufficiente ascolto.

In questo scenario c’è chi pensa, sempre a sinistra, di ricavare vantaggi dal ridimensionamento elettorale del M5S. Tuttavia, oggi un dato è certo: la Lega cresce.

In Basilicata la situazione non cambia. Anzi forse peggiora. Critiche e attacchi, spesso pretestuosi, politicamente ingiustificati, contro il M5S. Silenzio assoluto nei confronti della cialtroneria e dell’ambiguità leghiste. Neanche più il Pd è nei pensieri di taluni cosiddetti “oppositori del sistema”.

Se qualcuno vuole assumersi la responsabilità di un futuro governo nazionale di destra-destra o di un futuro governo tecnico che faccia salire la tensione sociale in questo Paese, faccia pure.

E se qualcuno in Basilicata vuole assumersi la responsabilità di un futuro governo Pd o Lega-Pd o Lega e collaterali, faccia pure.

Non c’è peggior sconfitta di una vittoria inutile.