Tendenze

Halal: la certificazione che fa tendenza nel 2019

I cibi Halal vanno alla grande nel 2019. Gli alimenti permessi agli islamici fanno molto business. La tendenza è talmente importante che le imprese attive nel settore hanno deciso di adeguarsi alla crescente richiesta da parte dei seguaci della religione musulmana. Le certificazioni Halal assicurano che il prodotto sia islam compatibile.

Infatti dato che il business è in forte espansione nel mondo in Paesi come Turchia, Indonesia, Bangladesh, Algeria, Arabia, Emierati, tutti a prevalenza islamica, è ovvio che le preferenze alimentari di questi Paesi siano sotto osservazione.

Cedomir Nestorovic, esperto di finanza islamica e professore all’università Essec, business school francese, parla di un “mercato globale dei cibi Halal valutato 1,3 miliardi di dollari nel 2018. Includendo anche cosmetici, farmaci e turismo Halal arriviamo a 2,3 miliardi. Tra cinque anni saremo a tre miliardi, con una crescita annuale del 6-8%”.

Halal: il settore vale quattro volte il mercato del lusso

La crescita dell’Islam nel mondo e lo sviluppo delle economie dei Paesi islamici fanno il resto. Multinazionali come Danone e Nestlè e catene di distribuzione come Carrefour sono già sui mercati arabi con prodotti certificati. Anche la Nutella di Ferrero ha ottenuto il “marchio” Halal, come anche Kinder Bueno e ovetti di cioccolata.

La caccia alle certificazioni si è scatenata. Infatti solo con esse è possibile entrare nei mercati islamici. Halal garantisce che non ci siano sostanze proibite, come la carne di maiale, vietata tra i seguaci di Maometto. Il Brasile è diventato il primo esportatore di carne “certificata islamica” nel mondo. La Danimarca è in testa per l’export di formaggi. Ci sono anche pacchetti turistici studiati ad hoc per gli islamici, ai quali vengono proposte vacanze che non violano i precetti del Corano. Ci sono anche alcune compagnie aeree sono considerate più “Islam friendly” rispetto ad altre.