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La testimonianza

Progetto Erasmus Unibg: l’avventura di Doriana, 24 anni, “nell’immensa e fredda Russia”

"Mi trovo, per essere più precisi, a Nižnij Novgorod, dove rimarrò fino a metà gennaio..."

Doriana Somma ha 24 anni e vive a Nembro, in provincia di Bergamo. È una studentessa e attualmente ha lasciato Bergamo per vivere un’esperienza Erasmus
“nell’immensa e fredda Russia”, così l’ha definita lei.

“Mi trovo, per essere più precisi, a Nižnij Novgorod, dove rimarrò fino a metà gennaio
(includendo qualche viaggetto qua e là nel frattempo), quella in cui mi trovo ora è
una delle più grandi città qui in Russia ed è particolarmente conosciuta per alcune
partite giocate qui durante i mondiali.” racconta Doriana.

Perché la Russia?

Grazie al programma Scambio Extra UE proposto dall’Università degli Studi di
Bergamo, presso cui studio, ho potuto partecipare al progetto Erasmus e ritornare in Russia. In sostanza, il desiderio e la voglia di venire qui (per la seconda volta) li
avevo già, solo grazie all’università ho potuto realizzare questo sogno, di nuovo.

Sognando la Russia… Perché?

Eh, sì. Tornare in questa nazione è stato, per me, la realizzazione di un grande sogno.
Grazie a questo progetto universitario, infatti, posso approfondire la mia conoscenza riguardo la cultura e la lingua russa, che è di mio interesse e che per questo studio già da tempo. Ammettiamolo: quando si parla di Russia si pensa subito a Putin, alla Piazza Rossa e al caviale. In realtà, c’è molto altro.

Cosa c’è di più?

La Russia è una terra ospitale con chi merita la sua ospitalità. In Russia, non ci sono
sorrisi falsi, ma solo sorrisi che vengono dal profondo dell’anima (il concetto di
anima è fondamentale per i russi). Molto spesso, si pensa alla Russia come un paese dal cuore di ghiaccio, ma vi posso assicurare, cari lettori, che non è assolutamente così.

Come è stato per te il confronto con una nuova cultura?

Positivo. Qui in Russia ho finora
sempre trovato qualcuno disposto a darmi un aiuto sincero e a supportarmi.
Ovviamente, i momenti di difficoltà non sono mancati, si ha a che fare con un
sistema mentale un po’ diverso dal nostro, con un approccio alla vita che noi italiani,
a volte, fatichiamo a capire.

Qual è il segreto per ambientarsi bene allora?

Ci vuole solo un po’ di pazienza e tanta, tantissima apertura mentale e spirito di adattamento. Se si affronta questa esperienza (come qualsiasi altro viaggio, d’altro canto) con una mente aperta
e uno spirito pronto ad accogliere senza giudicare, allora, si è sulla strada giusta. È
proprio questo, secondo me, ciò che insegna il viaggio. C’è sicuramente qualcosa di
più del nostro giardino e la nostra zona di comfort, con il passare del tempo, finisce
per risultare troppo stretta e banale, dobbiamo ampliarla e il viaggio in questo ci
aiuta.

Si dice che i russi non sorridano mai, è vero?

Ecco, sfatiamo questo mito. I russi
non sorridono agli estranei, alle persone che non conoscono e a chi non sta loro simpatico, ma se entrate nelle loro grazie, vi sorrideranno. Eccome se vi sorrideranno!

Hai trovato un punto comune tra Italia e Russia?

Ci sono molti aspetti della vita che noi italiani e i russi abbiamo in comune, nonostante le differenze sostanziali.Innanzitutto, l’importanza del cibo come elemento che unisce la famiglia e gli amici.
Come noi, i russi amano organizzare cene e pranzi, anche se i loro durano davvero ore intere! Inoltre i russi amano ancora di più riempirti il piatto fino a che stramazzi sul pavimento invocando pietà.

Qual è l’aspetto più bizzarro della cultura russa che hai scoperto?

La cosa che mi fa impazzire più
di tutte dei russi è il fatto che ogni russo abbia nell’armadio una chitarra (non per
forza accordata e perfettamente funzionante), che si “tira fuori” quando si hanno ospiti a cena. La serata finisce sempre con una bella cantata e una bella bevuta.

Raccontaci di uno dei “viaggetti” che hai fatto da quando sei in Russia.

Una delle esperienze più entusiasmanti e stancanti allo stesso tempo è stato un viaggio in treno durato complessivamente 58 ore! Da Mosca
siamo giunti a Ekateringburg, la città più grande del Distretto federale degli Urali
(probabilmente nota come luogo di uccisione dello zar Nicola II e della sua
famiglia). Il viaggio in treno, data la sconfinatezza del paese, fa parte della cultura russa. Trascorrere anche una settimana in treno, per giungere dall’altra parte del paese, è assolutamente normale per i russi e non spaventa nessuno (tranne gli
stranieri, come me). Sul treno si conoscono molte persone di diverse parti della Russia e insieme si scambiano esperienze di vita, si condivide il momento del pasto e, perché no, si fanno anche molti brindisi. È stata un’esperienza meravigliosa,
perché ho avuto la possibilità di conoscere persone nuove e interessanti e di divertirmi.

Qual è il posto più bello che tu abbia visitato finora?

Il posto più bello che ho visitato finora è senz’altro Mosca, è una città enorme e frenetica, intrisa di arte, cultura e storia. La metro si muove senza sosta, diramandosi tra le stazioni che sembrano musei a cielo aperto o sale di palazzi aristocratici. Varcando i cancelli
della Piazza Rossa, sorvegliati a vista, sembra di tuffarsi in un libro di storia e pare così strano poter calcare il suolo sul quale grandiosi personaggi storici (russi e non) hanno passeggiato.

Come definiresti la città di Mosca?

Uno degli aspetti più interessanti di Mosca è un equilibrato connubio tra la modernità e la tradizione, non solo dal punto di vista dell’architettura! Insomma, Mosca mi ha rubato l’anima!

Consiglieresti un’esperienza come quella che stai vivendo tu ora?

Consiglio assolutamente a tutti i ragazzi e le ragazze di vivere un’esperienza del genere. Dopo il liceo, dopo la laurea triennale, durante l’università, insomma, tenete sempre un paio di valige sotto il vostro letto e non abbiate paura di scoprire diverse realtà.

Ti manca Bergamo?
Beh, devo dire che un po’ mi manca. Mi mancano le piccole cose della mia città, l’odore del pane fresco al mattino in Città Alta, fare colazione con la mia famiglia la
domenica mattina, la castagnata dell’Oratorio di Nembro, passeggiare per la città con il mio ragazzo… Nonostante la nostalgia, bisogna tenere in considerazione anche un altro punto: ho avuto la fortuna di poter scegliere di partire, non mi è stato imposto.

Grazie e buona continuazione Doriana!

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