• Abbonati
Il caso

Niente “Caramelle” a Sanremo 2019: censura o paura di parlare di pedofilia?

Il brano, che con controversa e sconcertante maestria rompe il tabù spaventoso e malefico della pedofilia, racconta degli orribili abusi sessuali, che troppo spesso i minori subiscono, attraverso due storie verosimili

Si intitola “Caramelle” la canzone scritta da Pierdavide Carone con Dear Jack e presentata a Sanremo 2019, ma esclusa dalla gara canora sanremese, che quest’anno andrà in onda dal 5 al 9 febbraio 2019 sulla RAI. Il testo della canzone, scritta da Pierdavide Carone e prodotta da Federico Nardelli, tratta del tema della pedofilia.

Il brano, che con controversa e sconcertante maestria rompe il tabù spaventoso e malefico della pedofilia, racconta degli orribili abusi sessuali, che troppo spesso i minori subiscono, attraverso due storie verosimili: quella di Marco, di 10 anni e della 15enne Marica, vittime di violenza sessuale.

La canzone, esclusa da Sanremo qualche settimana fa, è stata lanciata sul web lo scorso 22 dicembre e ha riscosso fin da subito un enorme successo raggiungendo più di 750 mila visualizzazioni e ottenendo giudizi più che positivi da grandi della musica, che non si spiegherebbero allora l’esclusione del brano dal Festival della canzone italiana.

Alcuni parlano di censura nei confronti della canzone del cantautore Pierdavide Carone, 30enne originario della provincia di Taranto e diventato famoso grazie ad Amici di Maria de Filippi nel 2010. Secondo altri, i versi della canzone turberebbero l’animo degli ascoltatori, eppure tra il pubblico il brano ha riscosso grande adesione.

“Abbiamo avvertito davvero una censura, anche da parte dalla Rai. A riprova che la pedofilia è ancora un tabù”, ha dichiarato Lorenzo Cantarini, leader della band Dear Jack, in un’intervista al Corriere della Sera. Accusa subito smentita però dallo stesso Claudio Baglioni, direttore artistico del Festival, che ha sostenuto in un’intervista al programma televisivo Non è l’Arena: “La canzone non è entrata in graduatoria, non c’è stata censura e non c’era problema inerente al tema”. Ma di fronte alla grande approvazione del brano ottenuta dal pubblico e dalla critica, risulta allora inspiegabile il verdetto della giuria di selezione di Sanremo e continua la polemica, anche tra le grandi voci del panorama musicale italiano.

Molti si sono infatti complimentati con Pierdavide Carone e Dear Jack per il coraggio di dar voce alle vittime, per aver scelto di trattare un tema così delicato in maniera diretta e sensibile. A sostenere gli artisti, ingiustamente esclusi, ci sono molti big della musica, come Giorgia, Negramaro e Ermal Meta, che difendono il cantautore e la canzone sostenendo l’importanza di portare sul palco di Sanremo argomenti significativi e d’attualità. A sostenere “Caramelle” anche i Nomadi: “La pedofilia è una piaga dell’umanità. Ascoltate questa canzone, vi toccherà il cuore”, e i Tiromancino si dimostrano solidali su Facebook: “Come padre e uomo ho sentito arrivare i brividi dietro la schiena. Il duro tema trattato ha trovato, grazie ai suoi autori, parole e immagini che scavano in profondità e lasciano il segno; riuscendo a non essere mai retoriche o banali. Vi consiglio di cuore di ascoltarlo con attenzione. C’è sempre bisogno di canzoni autentiche come questa. L’arte è anche guardare in faccia ciò che fa paura, trovando le giuste parole per descrivere e arrivare al cuore affinché la sofferenza di chi subisce determinati atti privi di umanità, non sia mai dimenticata. Condividetela ragazzi”.

A dare scandalo sembrerebbero essere però i versi della canzone, che affronta il tema della pedofilia senza troppi giri di parole, senza retorica protettiva e nemmeno senza sottintesi, schiaffeggiando in faccia all’ascoltare la violenza cruda e inaudita che un bambino come Marco, di soli 10 anni può subire, o la storia di Marica, 15enne, in preda all’aguzzino. Così sui social, Pierdavide Carone difende la canzone dalle accuse: «Siamo tutti vittime di abusi, in famiglia, a scuola, sul posto di lavoro, sui social, nella società, e lo siamo in diverse forme, così molte e multiformi da non esserne, a volte, nemmeno coscienti. In Caramelle racconto di abusi sessuali, e se forse una ragazza di quindici anni può essere già in grado di capire a quale abuso è stata sottoposta dal suo stupratore, forse un ragazzino di dieci anni non ha nemmeno ben chiaro cosa gli sia successo. Entrambi, tuttavia, sono ben consci che qualcosa sia successo, e che dopo non sarà mai più lo stesso».

Così Pierdavide Carone e Dear Jack cantano: «Dammi la mano bambino e vieni nel bosco, no che non sono un estraneo, io ti conosco», oppure «ti prego, fa’ in fretta ciò che devi fare, ti prego, fallo in fretta senza farmi male, ti giuro, non avrò niente da raccontare, però fa’ in fretta così torno a respirare». E poi ancora: «Nel mio silenzio il ricordo di cose più belle, il colore delle stelle, mentre prendi la mia pelle, in cambio un sorriso e due caramelle».

Pierdavide Carone spiega il titolo della canzone, “Caramelle”, e in un’intervista alla Repubblica dice: “Le caramelle sono sempre state il simbolo dei genitori che cercano di proteggere i figli, che ci insegnano a non accettare le caramelle dagli sconosciuti, emblema di uno strumento di adescamento di persone che spesso, purtroppo, non sono persone nemmeno lontane dai nostri familiari”. Poi aggiunge con tono polemico riguardo all’esclusione dalla gara: “È più facile dire di sì a un argomento scottante quando c’è il patrocinio di un gigante della musica, se avessi portato ‘Caramelle’ con una star della musica, l’avrebbero presa, so che era piaciuta, dunque il problema era in chi la presentava: è grave e anche un po’ razzista. Servono gli abiti giusti per fare i monaci?”.

L’adesione del pubblico e di grandi cantanti e musicisti sancisce il successo di un brano che, indipendentemente da Sanremo, non deve passare inosservato e di una tematica, tanto struggente quando abominevole, che non dovrebbe mai essere dimenticata. E ora che anche la musica se ne fa portavoce, in una canzone che va ben oltre il semplice pop, dobbiamo appoggiarci ad ogni testimonianza per abbattere le nostre paure e combattere una problematica sociale dall’impatto impetuoso e doloroso, non solo per le sue vittime, ma per l’intera società.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI