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Bergamo segreta

Un viadotto avvolto nel mistero: Ponte Marzio e la leggenda di Giulio Cesare

Nuova puntata della rubrica domenicale di BGY che oggi fa tappa sulle sponde del Serio

“Qui transitò Giulio Cesare”.

Con queste parole si potrebbe riassumere buona parte della storia del Ponte Marzio di Gorle, viadotto di origine romana su cui veleggia l’ombra del celebre generale.

Risalente con ogni probabilità all’epoca repubblicana, secondo don Censo Lotteri, parroco di Villa di Serio nel XIX secolo, il ponte sarebbe stato attraversato realmente da Cesare che, giunto in Bergamasca durante un viaggio in Gallia Cisalpina, avrebbe notato la posizione strategica dell’infrastruttura in grado di collegare Bergamo con due importanti vie consolari dirette a Brescia e in Val Camonica.

Dopo averlo considerato un punto fondamentale per la difesa dell’area, su ordine di Cesare il ponte sarebbe stato circondato da alcune fortificazioni come i forti di Gorle e Viandasso e la Bastia di Scanzo; fortificazioni che resero il viadotto inespugnabile.

Se i dubbi sull’effettiva presenza di Cesare rimangono molti, non pochi sono quelli che interessano la statua di San Giovanni Nepomuceno, scultura al centro di alcune polemiche campanilistiche fra Villa di Serio e Gorle.

Voluta dall’allora parroco del paese seriano don Giuseppe Grada, la statua venne collocata il primo aprile 1766 con il viso rivolto verso Villa di Serio e le spalle verso Gorle, una posizione discutibile che, secondo i più maliziosi, fu scelta dallo stesso sacerdote in sfregio ai gorlesi, colpevoli di non aver contribuito economicamente ai lavori di sistemazione della stessa.

A distanza di secoli il ponte ha superato indenne diverse piene del Serio, fra le quali il “Gran Diluvio” del 1493; il passaggio di numerosi eserciti e perfino l’installazione di una linea tranviaria, tuttavia ciò non è stato sufficiente per decifrare alcuni misteri che rimarranno impressi per sempre nelle pietre dell’infrastruttura.

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