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Centrali idroelettriche, concessioni alle province: per Bergamo valgono 2,5 milioni

La Lega esulta per il provvedimento inserito nel decreto semplificazione, approvato giovedì alla Camera: i canoni delle grandi derivazioni idroelettriche collegati alla rendita saranno destinati ai territori provinciale e per la nostra provincia sono previsti circa 2,5 milioni all'anno.

Il Decreto semplificazione approvato giovedì 7 febbraio alla Camera prevede che le concessioni per le centrali idroelettriche passino dallo Stato alle Regioni e alle Province a titolo gratuito. Alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza o rinuncia, infatti, si prevede il passaggio della titolarità alle Regioni.

“Per la Lombardia e Bergamo è un risultato eccezionale nell’ottica del federalismo – dichiarano i parlamentari bergamaschi della Lega spiegano Roberto Calderoli, Daniele Belotti, Rebecca Frassini, Toni Iwobi, Simona Pergreffi, Alberto Ribolla e Cristian Invernizzi -. Ci saranno più soldi per Regioni e Province e anche per i Comuni dove dighe e centrali sono installate”.

Prevista anche l’opzione di partenariato pubblico-privato che potrebbe coniugare sensibilità rispetto agli interessi generali, ad esempio i rilasci, la tutela della flora e della fauna, i livelli dei laghi e le esigenze agricole, a professionalità di gestione e capacità di massimizzare i proventi.

I canoni delle grandi derivazioni idroelettriche collegati alla rendita saranno destinati ai territori provinciali. Per la provincia di Bergamo sono previsti circa 2,5 milioni di euro l’anno.

Le Regioni potranno chiedere a costo zero una parte dell’energia prodotta su tutte le grandi derivazioni, che potrà essere utilizzata nell’ambito dei servizi pubblici, ad esempio per gli ospedali di montagna. Energia che per almeno il 50% dovrà essere destinata alle Province che ospitano le dighe. L’elettricità inoltre sarà gratuita per quei Comuni che hanno sul loro territorio gli impianti idroelettrici. I servizi pubblici saranno dunque a costo zero.

“È una vittoria federalista della Lega – dichiarano i parlamentari leghisti bergamaschi – è il primo passo verso l’autonomia. Per le realtà montane, inoltre, è una boccata d’ossigeno fondamentale nell’ottica di un rilancio economico perchè potranno utilizzare una parte importante dei proventi generati dalle proprie centrali idroelettriche. Come Lega siamo molto orgogliosi di questo risultato”.

“Sostengo da sempre con decisione le modifiche al quadro normativo nazionale in materia di grandi derivazioni idroelettriche perché restituiscono risorse a territori sfruttati da molti anni.
Spesso si tratta di comuni di montagna distanti dai grandi centri e sostanzialmente abbandonati al loro destino. Riconoscere le risorse che si meritano è sacrosanto e consentirà una rinnovata progettualità in infrastrutture decenti. Grazie al provvedimento del Governo molti territori possono tornare finalmente a essere competitivi. Ora bisogna legiferare a livello regionale e fare le gare dopo 20 anni di concessioni in deroga. Definiremo delle priorità perché un bene come l’acqua non può essere dato per pochi spiccioli ai privati come è successo fino ad oggi. I benefici delle derivazioni devono andare ai territori che le ospitano”, così Dario Violi, consigliere del M5S Lombardia.

“Lo sblocco delle gare per le concessioni idroelettriche è un fatto estremamente positivo – ha aggiunto il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella -. Oggi le società utilizzano l’acqua in base a concessioni scadute e senza pagare il dovuto, ed è un bene che finalmente si proceda al rinnovo delle concessioni, cosa che comporterà un introito maggiore per la Regione. Fino ad oggi incassa dalle dighe 35 milioni e, per una decisione molto discutibile, ne dà tra i 10 e i 18 ogni anno a Sondrio mentre agli altri territori montani restano solo le briciole. Domani la Regione ne introiterà di più, continuerà a penalizzare tutti i territori montani, ad esclusione di una sola provincia?”.

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