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Dalmine

Tenaris guarda a Est: “Commesse in India e Cina, puntando sulla sostenibilità”

Tenaris Dalmine volge lo sguardo ad Est in attesa di investimenti che potrebbero arrivare nel prossimo futuro. In particolare in India e in Cina. Il punto della situazione tracciato dall'amministratore delegato Michele Della Briotta.

Investire, differenziare, formare e premiare il personale, conquistare nuovi mercati anche con settori di nicchia e rendere sempre più sostenibile la produzione. Forse non in quest’ordine, ma sono questi i cardini della mappa di lavoro sulla quale si muove Michele Della Briotta, vice presidente e Managing director di Tenaris Europa. Valtellinese di origine, bergamasco d’adozione, 47 anni e padre di due figli. Quest’ultimo dettaglio conta. Conta quando si parla di sostenibilità, delle richieste dei giovani che chiedono di ridurre gli sprechi per salvare il pianeta.

SOSTENIBILITÀ
“Da sempre siamo attenti al consumo di energia e alla riduzione di emissioni – puntualizza Della Briotta – l’economia circolare fa parte del nostro ciclo produttivo, basti pensare che i tubi che stiamo realizzando per il nuovo stadio di Bergamo sono il frutto della lavorazione di materiali recuperati. Non mi piace fare nomi di altre aziende, ma Tenaris consuma un quarto dell’energia spesa per un ciclo integrato. Il nostro obiettivo, dopo la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, è il minor consumo possibile di acqua, una risorsa che sempre più diventerà preziosa per il pianeta”.

INVESTIRE
“Il mercato mondiale è costellato da molte incertezze politiche che fanno aumentare i rischi, basti pensare alla battaglia dei dazi tra Usa e Cina, le tensioni in Iran, Venezuela e Libia, Paesi che sono grandi produttori di petrolio, e un rallentamento della crescita in Europa, che peggiora fino alle percentuali dell’Italia – spiega Della Briotta -. In questo contesto nel 2018 abbiamo investito in Arabia Saudita, in Russia e ora siamo in attesa degli Stati Uniti, dove serve il parere dell’Antitrust. Il mercato statunitense resta il più interessante e importante per l’uso dei tubi”.

Il 26 settembre 2018 Tenaris acquista il 48% di Saudi Steel Pipe (Leggi qui) in Arabia Saudita, poi a nel febbraio 2019 la joint venture siglata con Severstal per costruire un impianto per tubi saldati nella regione di Surgut nella Siberia occidentale (leggi qui), infine la terza acquisizione da TMK: azienda russa produttrice di tubi sia saldati sia senza saldatura – del 100% della sua controllata statunitense da Ipsco Tubulars (leggi qui) per un valore di 1.209 milioni di dollari Usa.

DIFFERENZIARE
“In attesa di grandi investimenti, programmati per il 2020 e il 2021, Tenaris per l’anno in corso guarda all’Asia con una serie di progetti che entrano e che permettono a Dalmine di avere un carico stabile – osserva l’amministratore delegato -. Ci stiamo concentrando su una produzione di 45mila tonnellate per l’India, un Paese che avrà sempre maggiore necessità di energia. Così come la commessa per 7mila tonnellate per la Cina che rappresenta davvero una sfida, quando ci sono dei nostri concorrenti giapponesi. Si tratta di due commesse complesse che richiedono una produzione di elementi particolari che siamo in grado di offrire grazie alla formazione del nostro personale. Guardiamo all’Asia perché per i prossimi anni la Cina continuerà a chiedere energia dalla Russia e dal Mar Caspio, mentre l’India potrebbe investire per estrarre in proprio petrolio e gas”.

SETTORI DI NICCHIA
“Abbiamo molte richieste anche da parte della petrolchimica, dalla trasformazione del petrolio – aggiunge Della Briotta – e noi qui abbiamo una capacità di seguire e servire questi progetti. La nostra forza è di avere in Romania i tubi piccoli e in Italia i tubi grandi: così riusciamo ad offrire servizio, prodotti e rapidità. C’è anche la crescita di alcune nicchie della stoccaggio di gas ed idrogeno: i nostri bomboloni realizzati con lavorazioni specifiche sono in grado di resistere a determinate pressioni”.

PERSONALE
Oggi in Tenaris conta 24mila dipendenti circa, di questi 2.148 lavorano per Tenaris Dalmine. Gli uomini rappresentano il 93% con 1.991 presenze, mentre le donne sono 157. Dalmine che è il cuore di tutto conta 61 dirigenti su 64, 182 quadri su 206 del gruppo, 320 impiegati su 403 sparsi nelle diverse sedi, 1.053 operatori si 1.475 in totale. Gli altri stabilimenti sono a Sabbio per le bombole, Arcore, Costa Volpino e Piombino.
Dal 2017 ad oggi sono entrate in Dalmine più di trecento persone, tornando ad un numero di dipendenti pre-crisi. “Non tutti si fermeranno da noi – precisa Dalla Briotta – ma da noi seguono corsi di formazione che implementano la loro preparazione al mondo del lavoro. Tenaris Dalmine è molto presente sul territorio, abbiamo ottimi rapporti con l’Università di Bergamo, in particolare con il dipartimento di Ingegneria dove alcuni nostri dirigenti svolgono dei corsi”. Che Tenaris Dalmine investa anche sulla formazione emerge anche dai rapporti siglati con le università di Trento e di Padova e la distribuzione di 32 borse di studio “Roberto Rocca Dalmine Spa” del valore di 2.800 euro ciascuna.

Nonostante i dazi di Trump e le incertezze globali che incidono sul mercato dell’oil&gas i dipendenti di Tenaris Dalmine hanno ricevuto dei premi come dimostra la tabella qui sotto.

premi.2018
I
l fatturato nel 2018 registra 975 milioni di euro, con un utile netto di 26 milioni di euro e un Edibta che sale dai 70 del 2017 agli 80 milioni del 2018. L’export pesa per il 79,4% del fatturato così suddiviso: Europa (escluso Italia) 18,6%, Far East e Oceania 3,5%; Middle East e Africa 31,9%; Nord America 17,1% e Sud America per 8,3%. Il restante 20,6% del fatturato è riservato all’Italia.

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