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La DeA presenta FABIAN NEGRIN

 

 

“Da dove vengono le immagini? Una domanda da un milione di dollari. Non lo so di preciso, ma nel caso arrivassero dalla testa, dalle mani e dall’infanzia, bisognerà tener sempre ben oliate tutte e tre.”

(Fabian Negrin, lefiguredeilibri.com)

 

 

La rubrica La DeA ti presenta vi porta questa settimana a incontrare il mondo artistico di Fabian Negrin, autore e illustratore nato in Argentina nel 1963. Prendiamo in prestito le parole della traduttrice Francesca Lazzarato che descrive Negrin come uno dei “migliori illustratori attivi in Italia, forse il migliore, e certamente il più incline a mettersi in gioco e tentare strade nuove”.

A 18 anni lascia il suo paese, e la repressione della dittatura, e si trasferisce a Città del Messico “un po’ per noia un po’ per curiosità e voglia di cambiamento” dove si laurea presso la Facoltà di Grafica. A Città del Messico è attivo come illustratore per diversi giornali e come grafico per case editrici locali. Dal 1989 vive a Milano e da subito le sue illustrazioni, dal tratto già fortemente riconoscibile, appaiono su molte testate giornalistiche come “Il Corriere della Sera”, “Il Manifesto”, “Panorama" e altri. Decide in seguito di dedicarsi definitivamente all’illustrazione e alla scrittura di libri per ragazzi pubblicati con Seuil, Orecchio Acerbo, Donzelli, Creative Company, Bloomsbury, Knopf, Salani, Mondadori, Rouergue.

Numerosi sono i riconoscimenti che ha ricevuto negli anni; per citarne solo alcuni: Il Premio Andersen per il miglior illustratore nel 2000; la Bib Plaque della Biennale di illustrazione di Bratislava nel 2009; il Bologna Ragazzi Award Non-Fiction nel 2010.

 

Immagine tratta dal sito della rivista Andersen

 

Immagine tratta da “In bocca al lupo”

 

I libri per bambini devono essere sovversivi

Fabian Negrin è uno di quegli autori capaci di coniugare tradizione e innovazione. Il disegno per lui è la base di tutto ciò da cui un illustratore deve partire: “da bambino disegnavo molto, poi quando ho iniziato la scuola ho disimparato a disegnare, questo è durato sino ai quindici anni quando ho ricominciato a disegnare. Dai quindici anni ho disegnato sempre ogni giorno…adesso ne ho quarantotto, fate il conto voi di quanto giorni sono che disegno!”

 

Nella sua produzione, oltre ad aver illustrato per Donzelli molte delle fiabe classiche in raccolte complete come “Fiabe e storie di H. C. Andersen” (2014), “Re Pepe e il vento magico” di L. Di Francia (2015), “Cola Pesce di G. Pitrè” (2016), troviamo molti albi illustrati che riscrivono o reinterpretano fiabe della tradizione (“In bocca al lupo”, Orecchio Acerbo 2005; “L’apprendista stregone”, Donzelli 2017; “Occhiopin”, Orecchio Acerbo 2006) o picture book che partono da testi classici (“La tempesta”, Orecchio Acerbo 2016…) o ancora libri di grandi autori come Favole al telefono di Gianni Rodari rivisti in chiave moderna (“Favole al telefonino”, Orecchio Acerbo 2010).

In un’originale intervista apparsa su “Lo Straniero” (novembre 2006) Negrin ci racconta come secondo lui fare libri per i bambini sia un po’ come fare libri per i marziani: “Ti ritrovi a pensare a loro in modo molto astratto. Capiranno questa frase? Quell’immagine non sarà troppo violenta? Come se i bambini formassero un’entità omogenea e indifferenziata che capisce e reagisce in massa e che, a differenza degli adulti, non comprende degli individui ma, appunto, degli indistinti marziani. I bambini, però, a differenza dei marziani, la Terra un giorno la conquisteranno per davvero, e questo finisce per caricare di responsabilità il fatto di lavorare per loro”.

L’autore ci racconta che per comprendere appieno cosa significasse disegnare e scrivere per i bambini fu decisiva una telefonata con Antonio Faeti che lo invitò a leggere il suo libro “Guardare le figure” (Donzelli, 2011). Nel libro c’era una frase che lo colpì profondamente: si diceva che i libri per bambini devono essere sovversivi: “Però – ho pensato – capita a fagiolo. Io vengo da una famiglia valdese e trotskista! Poi, attraverso il lavoro, mi sono convinto che la cosa specifica dei libri illustrati non è la presenza di belle immagini e parole sublimi, ma l’unione di queste due cose: il libro illustrato come un insieme. E mi sono convinto ulteriormente della necessità di modificare il tipo di segno in funzione del testo sul quale lavoro”.

Un tratto distintivo di Fabian Negrin è proprio il suo cambiare stile ad ogni libro che progetta.

Immagine tratta dal libro «Cola Pesce e altre fiabe e leggende popolari siciliane»

 

Disegnare l’invisibile

Tra i numerosi libri di Negrin che più amiamo e che si sentono risuonare spesso nelle letture ad alta voce della Biblioteca De Amicis, c’è “Come? Cosa?” (Orecchio Acerbo, 2016). Un libro dove l’autore riesce nell’impresa di disegnare l’invisibile.

Il vento, vero protagonista della storia, spinge il lettore a sfogliare le pagine una dopo l’altra, in un crescendo che porta a immergersi gradualmente in mondi che si fanno via via sempre più onirici e fiabeschi.

L’ambientazione ha un che di coloniale, ricorda qualche lontano paese tropicale (ma potrebbe anche essere il luogo antico delle fiabe popolari), una donna chiede al marito in partenza con la barca che cosa vorrebbe mangiare alla sera, la risposta non potrebbe che essere più semplice: “purè di patate!”. Ma…il vento soffia…”Come? Cosa? Due grandi frittate?”, chiede la moglie.

Un bambino gioca nel cortile con il suo cane mentre la mamma riferisce cosa vorrebbe mangiare suo papà per cena…e da lì si innesca un crescendo di incomprensioni e giochi linguistici. Il bambino incalzato da un vento che sbuffa, fischia, si gonfia, infuria incontrerà un calzolaio, un negoziante di giocattoli antichi, la nave dei pirati, una balena e persino un mago alato, perdendo di volta in volta una parte dei suoi vestiti sino a restare nudo, un po’ stravolto, seduto sopra un campo di patate (si, proprio di patate).

Il vento cresce, si passa dalla brezza all’uragano, e le parole lasciano spazio pieno alle immagini: splendide illustrazioni che mescolano dettagli moderni con l’atmosfera sospesa delle fiabe senza tempo. I colori sono caldi, dominano l’ocra della terra e l’azzurro grigio del mare e del cielo, ad ogni tavola cambia completamente l’ambientazione ma resta sempre un dettaglio di quella precedente: dopo il negozio di giocattoli si incontra il veliero dei pirati, ma nel mare in tempesta si scorge un piccolo burattino ricordo del mondo precedente.

 

 

 

 

 

 

Immagine tratta da “Come? Cosa?”

 

Gli adulti, che il ragazzo incontra via via, cercano di aiutarlo ma comprendono sempre qualcosa di diverso da quello che lui sta dicendo: l’immaginazione dell’infanzia si scontra con l’incomprensione del mondo dei grandi. Come dice Negrin, nell’intervista di Rai Letteratura in occasione della Fiera del libro per ragazzi di Bologna 2016: “Il bambino per avere quello che vuole dal mondo degli adulti deve affidarsi al caso, alla fine solo per caso riesce ad ottenere quella patata che cercava. Ma tutto in mezzo c’è la vita: un equivoco”.

Il finale sorprende per l’inconsapevolezza, ingenua e un po’ distratta, dei genitori ignari del viaggio fantastico (o forse reale?) che il loro bambino ha affrontato. Complice il vento, naturalmente!

Immagine tratta da “Bestie”

Fabian Negrin…da ascoltare:

In bocca al lupo

 Fabian Negrin mentre disegna 

Book trailer di “Una rapina da 4 soldi” 

Booktrailer di "L'ombra e il bagliore" di Jack London, illustrato da Fabian Negrin, orecchio acerbo editore

Mi porti al parco? 

Una lista di libri di Fabian Negrin da prendere in prestito presso la Biblioteca De Amicis

 

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