Bus incendiato, Ousseynou Sy: “Non volevo far male”. Pm smentisce: “Ha ammesso premeditazione”

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 20 Marzo 2019 - 20:59| Aggiornato il 21 Marzo 2019 OLTRE 6 MESI FA
Bus incendiato, pm: Ousseynou Sy aveva premeditato la strage

Bus incendiato, Ousseynou Sy: “Non volevo far male”. Pm lo smentisce: “Aveva premeditato la strage”

di Veronica Nicosia

MILANO – “Non volevo fare del male”, dice durante l’interrogatorio Ousseynou Sy dopo aver sequestrato un gruppo di 51 bambini e insegnanti a San Donato Milanese il 20 marzo e aver dato fuoco al bus su cui viaggiavano. L’italiano 47enne di origine senegalese e autista di Autoguidovie tenta di sminuire il suo gesto, ma gli inquirenti smentiscono la sua versione: “Ha ammesso la premeditazione, l’intento era di fare una strage”. Un gesto eclatante per dare un messaggio contro i “bimbi che muoiono in mare” per colpa delle politiche sui migranti dell’Italia e dell’Europa.

Ousseynou, che nella sua città è conosciuto come Paolo, è nato in Francia da genitori senegalesi il 2 giugno del 1972. Cittadino italiano dal 2002, da quindici anni lavorava come autista della società Autoguidovie. Ha una ex moglie italiana e due figli di 12 e 18 anni. Poi la mattina del 20 marzo, diventa l’autista che per 40 minuti ha tenuto in ostaggio bimbi e insegnanti, minacciandoli, gridando contro il governo che fa morire in mare in migranti e infine dando fuoco al mezzo sulla Paullese.

Solo l’intervento dei carabinieri, che hanno speronato il mezzo e fermato Sy, hanno evitato la strage. L’uomo è stato fermato e le accuse per lui sono gravi: sequestro di persona, tentata strage, resistenza a pubblico ufficiale e incendio. Anche l’ipotesi del terrorismo, resta tra le ipotesi di reato. Un terrorismo per il panico provocato, non per eventuali legami con gli estremisti islamici. Non ha invocato Allah, né osannato l’Islam, spiega il il responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili, ma “ha ammesso la premeditazione, cioè di aver ponderato per giorni l’idea”. Nessun legame con l’Isis, il terrorismo islamico è escluso. Solo un “lupo solitario”, ribadisce il responsabile dell’antiterrorismo milanese: “Non è inquadrabile per conoscenze investigative pregresse in nessun contesto radicalizzato o stragismo islamico”.

Qualcosa però è scattato nella mente di questo migrante. Sy aveva registrato un video, dice ancora Nobili in conferenza stampa, che aveva caricato su YouTube e inviato ad alcuni amici a Crema, facendolo arrivare fino in Senegal “in preparazione del suo gesto eclatante. Voleva mandare il messaggio ‘Africa Sollevati’. Voleva dire agli africani di non venire più in Europa e punire l’Europa per le politiche a suo dire inaccettabili contro i migranti”. 

“Non ne potevo più di bimbi morti in mare”, ha detto Sy durante l’interrogatorio: “E’ stata una mia scelta personale, non ne potevo più di vedere bambini sbranati da squali nel Mediterraneo, donne incinte e uomini che fuggivano dall’Africa”. Poi prova a sminuire quanto compiuto, dice Nobili: “Non voleva fare male a nessuno, voleva arrivare a Linate e da lì prendere un aereo e scappare in Senegal perché esasperato dall’attuale situazione migratoria”. E aggiunge: “Ha detto che se non fossero intervenuti i carabinieri nessuno si sarebbe fatto male”. Una ricostruzione che si scontra con quella della premeditazione del gesto.

C’è ora chi si chiede perché Sy, conosciuto in azienda come Paolo, fosse alla guida di quel bus pieno di bimbi. L’uomo, infatti, aveva avuto precedenti per guida in stato di ebbrezza. Camillo Ranza, presidente di Autoguidovie, ha dichiarato in un comunicato che la società è “addolorata e sconvolta per l’imprevedibile grave accaduto”: “Sy aveva ben venticinque anni di servizio di cui gli ultimi quindici alle dipendenze di Autoguidovie. Aveva sempre superato positivamente tutte le visite mediche periodiche e annuali. Le motivazioni del gesto del nostro autista non ci sono note e sarà comunque l’indagine della magistratura a fare chiarezza sulle stesse”.

Ranza non si spiega il motivo di un tale gesto, imprevedibile per chi lo conosceva, e manifesta la sua solidarietà ai bimbi che difficilmente potranno dimenticare l’esperienza vissuta: “Ovviamente siamo emotivamente assolutamente vicini a tutti gli alunni e accompagnatori per la brutta e sconvolgente avventura loro occorsa e ci complimentiamo con le forze dell’ordine per il loro tempestivo ed efficacissimo intervento. In più di cento anni di vita di Autoguidovie un fatto simile non era mai accaduto e speriamo non possa e non debba più ripetersi”. (Ansa)