Ludovica Filippone, al funerale i compagni cantano Controvento di Arisa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2018 - 17:44| Aggiornato il 26 Maggio 2018 OLTRE 6 MESI FA
Ludovica Filippone, al suo funerale i compagni cantano Controvento di Arisa

Ludovica Filippone, al funerale i compagni cantano Controvento di Arisa (foto Ansa)

PESCARA – I compagni di classe di Ludovica Filippone hanno canto la canzone di Arisa Controvento al funerale [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] della piccola uccisa dal padre: “Tanto il tempo solo lui lo sa, quando e come finirà, la tua sofferenza e il tuo lamento, c’è quel vuoto che non sai”.

Si sono conclusi così, con la folla in lacrime, i funerali di Marina Angrilli e di sua figlia, nella chiesa Cristo Re di Pescara. All’esterno della parrocchia, all’uscita delle bare, sono stati liberati in cielo palloncini bianchi a forma di cuore. Poi un lungo applauso ha salutato mamma e figlia, uccise da Fausto Filippone domenica 20 maggio. Gremita la chiesa di Cristo Re, che non riesce ad accogliere i tanti presenti. A celebrare la funzione è l’arcivescovo della Diocesi di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti. Bara bianca per la piccola Ludovica, beige per Marina. Grande commozione all’arrivo dei feretri.

“Il male le ha rapite ma noi vogliamo puntare gli occhi sull’eterno bene e vogliamo pregare insieme perché trovino la pace eterna”, ha detto il vescovo all’inizio della cerimonia. “Marina e Ludovica sono state rapite dal male, dal nemico. Nemico che purtroppo continua a rapire nella morte le persone che amiamo e a cui vogliamo bene. Noi gli vogliamo puntare contro il dito con la preghiera”. Così il vescovo di Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti, nella sua omelia.

“Questa sera, ancora una volta, io, vescovo, padre di questa comunità diocesana, che vive assorta il dramma di una famiglia e lo condivide fino in fondo – ha detto – sono qui per pregare con voi e con loro. Ma anche per un altro motivo: perché insieme a me voi abbiate il coraggio di puntare il dito contro il male, contro la morte. Solo se abbiamo questo coraggio saremo capaci di guardare al di là di queste bare, al di sopra di queste bare”. “Questa crudezza della morte che ci colpisce, sempre, e ci colpisce in maniera violenta – ha proseguito – è sempre qualcosa che nega la vita. Noi non siamo stati creati per la morte, siamo stati creati per la vita”.

Il vescovo ha poi ricordato Ludovica, “bambina sveglia e intelligente, bambina attenta, bambina al di sopra della media, come mi ha detto il parroco”. Poi le parole dedicate a Marina, “insegnante capace e conscia della sua responsabilità di madre e di insegnante; viveva nel mistero del suo cuore il silenzio di una preghiera orante tutte le mattine in questa chiesa”.