Pamela Mastopietro, l’antropologo: “I riti voodoo non c’entrano”

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2018 - 10:10 OLTRE 6 MESI FA
L'antropologo Cingolani parla del caso di Pamela Mastropietro

Pamela Mastopietro (Foto da Facebook)

MACERATA – I riti voodoo non c’entrano nulla con l’omicidio di Pamela Mastropietro, la ragazza romana di 18 anni uccisa e fatta a pezzi in un appartamento di Macerata il 30 gennaio. A dirlo è l’antropologo Giorgio Cingolani. 

Intervistato dal Resto del Carlino, Cingolani ha escluso quest’ipotesi, sostenendo che parlarne “genera solo paura infondate”.

“Nulla di quanto finora emerso sullo scempio del corpo di Pamela Mastropietro fa pensare a un rito voodoo”, ha spiegato l’antropologo recanatese, esperto proprio di riti africani. Secondo lui nel caso di Pamela non c’è traccia di religione, ma solo di “aberrazione criminale”.

“Il voodoo – spiega Cingolani – è una religione molto antica, diffusa e riconosciuta, e non potrebbe essere tale se prevedesse sacrifici umani. Non parla mai di uccidere o sacrificare, dunque io, per quel che si può dire in base a quanto trapelato dalle indagini in corso, escluderei che possa esserci un collegamento tra questa religione e la vicenda. Tra l’altro, non tutti i nigeriani praticano il voodoo, molti sono pentecostali. In ogni caso, attribuire questi orrori al voodoo sarebbe come attribuire al cristianesimo quanto fatto dalle bestie di Satana. Non si tratta di religione o cultura, ma di distorsioni criminali”.

Cingolani sgombra il campo anche da altre ipotesi legate a culture lontane da quella italiana:

“È anche pericoloso affermare che le mutilazioni siano legate a qualche rito o cultura locale, perché significherebbe dire che si tratta di pratiche diffuse e questo non solo non è vero, ma ingenera una paura del tutto infondata.Tutt’al più – aggiunge lo studioso – se qualcuno di loro legasse quelle mutilazioni a un qualche rito, o se emergesse una particolare forma di conservazione del sangue, o nell’intestino della ragazza si trovassero tracce di alcune erbe usate in forma rituale come pozioni, potremmo pensare di essere di fronte a una personalizzazione del rito opera di soggetti specifici e non certo tradizionale. Ma al momento non c’è nulla che faccia pensare a questo, e ipotizzarlo allo stato delle cose è sbagliato e deleterio”.