Cesare Battisti potrebbe essere espulso in Brasile e poi estradato. Sconterà 30 anni di carcere

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Gennaio 2019 - 15:10| Aggiornato il 2 Settembre 2019 OLTRE 6 MESI FA

Cesare Battisti, Salvini: “Aereo già in volo per La Paz”. Ma l’ex terrorista potrebbe essere estradato dal Brasile

OMA – L’aereo per andare a prendere Cesare Battisti è “già in volo per La Paz”. Lo fa sapere il ministro dell’Interno Matteo Salvini, mentre esulta per la sua cattura. “Mezzi e uomini – afferma – sono già partiti per andare a prenderlo”. E aggiunge: “Spero che non ci sia qualche cantante, qualche politico o intellettuale dalla sua parte”.  L’arrivo dell’aereo è atteso per le 17 poi, secondo il ministro, Battisti potrebbe arrivare in Italia tra oggi stesso e domani.

Qui, fa sapere il ministro Bonafede, Battisti andrà a Rebibbia dove sconterà 30 anni e non l’ergastolo a causa di un accordo col Brasile in cui non è previsto l’ergastolo. 

L’ipotesi di un rientro in Italia è dunque concerta ma potrebbe avvenire direttamente dalla Bolivia o passando per il Brasile. Le autorità di La Paz spiegano che Battisti potrebbe essere espulso dal Paese già nelle prossime ore aggiungendo che l’ex terrorista “è entrato illegalmente nel Paese, apparentemente con documenti falsificati”. Se però la Bolivia chiedesse l’apertura di una richiesta formale di estradizione, i tempi potrebbero allungarsi.

Intanto il Brasile fa sapere di essere già al lavoro per l’estradizione dalla Bolivia. Lo ha confermato in un tweet il ministro degli Esteri brasiliano, Ernesto Araujo. “I ministeri della Giustizia e degli Esteri stanno prendendo tutte le misure necessarie, in collaborazione con i governi della Bolivia e dell’Italia, per adempiere l’estradizione di Battisti e consegnarlo alle Autorità italiane”, ha scritto Araujo. 

A BandNews Fm, l’avvocato di Cesare Battisti, Igor Tamasauskas spera senza mezzi termini che venga portato in Brasile: “Se Battisti dovesse venire estradato direttamente dalla Bolivia non possiamo intervenire in alcun modo”. Tamasauskas ha aggiunto che “se torna in Brasile cercheremo di fare qualcosa, dobbiamo aspettare e vendere cosa succedera’”. 

Di lui si erano perse le tracce a dicembre, dopo che il giudice del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano Luis Fux aveva spiccato il mandato di cattura. La svolta è arrivata una settimana fa, quando Cesare Battisti è stato individuato con certezza in Bolivia. L’operazione che ha portato all’arresto dell’ex terrorista del Gruppo Proletari Armati per il Comunismo è scattata a Santa Cruz. E ora l’Italia lo aspetta.

Fonti del ministero dell’Interno fanno sapere che i nostri investigatori non avevano mai perso di vista Battisti, in attesa di poterlo ammanettare. Dopo anni di attesa, ecco la svolta. Arriva con l’ascesa in Brasile di Jair Bolsonaro. Il quale promette di “restituirlo” a Roma, come “regalo” per il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

E infatti oggi, dopo il suo arresto, Bolsonaro si è congratulato con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per l’arresto in Bolivia ed ha twittato: “Congratulazioni, conta sempre su di noi”. “Grazie di cuore Presidente Bolsonaro!”, ha risposto sempre su Twitter Salvini.

Un team composto da polizia italiana, Criminalpol e Antiterrorismo rafforza la collaborazione con i colleghi di Brasilia. Ma Battisti fugge. Viene individuato in Bolivia. Una settimana fa, gli investigatori accelerano. E preparano il blitz, in accordo con le autorità locali.

Battisti è stato fermato in strada, non era armato e non ha opposto resistenza. Ha parlato in portoghese per rispondere alla polizia e ha mostrato un documento brasiliano che confermava la sua identità. Due uomini dell’Antiterrorismo e della Criminalpol sono sul posto. Ora bisognerà capire se Battisti farà tappa in Brasile oppure verrà portato subito in Italia. E’ un nodo che verrà sciolto nelle prossime ore.

Le stesse fonti di governo dicono che potrebbe essere estradato verosimilmente domani in Italia, ma non è escluso che il rientro possa avvenire già nel corso della giornata odierna. 

Dopo anni di latitanza, dice Salvini, “la pacchia è finita“. Il ministro ha pubblicamente ringraziato anche gli investigatori, a partire da Polizia e Intelligence.